mercoledì 25 luglio 2012

Crisi, Coldiretti: l'economia reale cresce nei campi (+0,4% Pil)


L'agricoltura italiana è l'unico settore nel 2012 capace di far crescere l'economia reale, con un aumento del Pil dello 0,4 per cento sul piano tendenziale nel primo trimestre e un incremento delle assunzioni del 6,7 per cento, sempre nei primi tre mesi, in netta controtendenza rispetto agli altri settori, a partire dall'industria. E' quanto afferma il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, nel commentare l'invito del Presidente del Consiglio, Mario Monti, a puntare sull’economia reale per superare la crisi, rivolto dal premier italiano nel corso della sua visita in Russia. L'agricoltura – sottolinea la Coldiretti - si conferma dunque come settore anticiclico come dimostra anche l’aumento del 6 per cento fatto registrare dall’export agroalimentare italiano nel primo trimestre del 2012. "Nel grande mare della globalizzazione ci salveremo solo ancorandoci a quei prodotti, quei manufatti, quelle modalità di produzione  che sono espressione diretta dell’identità italiana, dei suoi territori, delle sue risorse umane – sottolinea il presidente della Coldiretti Marini -. L'agroalimentare italiano è un riferimento per individuare strategie di sviluppo per l’intero Paese: il modello agricolo italiano è infatti vincente nel mondo dove ha conquistato primati nella qualità, tipicità e nella salubrità delle produzioni, ma anche nel valore aggiunto per ettaro di terreno ovvero la ricchezza netta prodotta per unità di superficie dall’agricoltura italiana è praticamente il doppio di quella di Germania, Francia e Spagna e il triplo di quella Inglese, secondo un’analisi di Coldiretti". Leadership per i prodotti tipici, record di longevità grazie alla dieta mediterranea, top di presenze per il turismo enogastronomico, i sistemi di controllo più efficaci del mondo per garantire la salubrità dei prodotti, sono alcuni dei primati del Made in Italy agroalimentare. Un settore che rappresenta il 15 per cento del Pil nazionale, con un valore complessivo di 250 miliardi di euro. "Siamo convinti - conclude Marini - che il nostro Paese possa ritrovare una via sostenibile di sviluppo e competitività sui mercati locali e globali solo se saprà ripartire dai territori, in primo luogo dal loro patrimonio ambientale e culturale, e dalla creatività delle sue piccole e medie imprese che insieme rendono distintivo il marchio Italia". In Italia - ricorda Coldiretti - il 16 per cento delle imprese attive si occupa di agricoltura: una realtà che conta 900.000 aziende che occupano l’83,5 per cento del territorio nazionale.

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