venerdì 5 settembre 2014

L'embargo russo gela l'ortofrutta

«L'Italia ha proposto di tenere un consiglio straordinario di tutti i Ministri dell'agricoltura dell'Ue per trattare il blocco delle esportazioni verso la Russia», parola di ministro dell'Agricoltura, Maurizio Martina dopo l'embargo russo.
Dal 7 agosto 2014 è in vigore il provvedimento del Governo russo che ha decretato l'embargo all'import di prodotti agroalimentari provenienti da Ue, Usa, Canada, Australia e Norvegia. Una ritorsione nei confronti di quei paesi che hanno adottato sanzioni nei verso la Russia durante il conflitto con l'Ucraina. Si torna quindi alla guerre commerciali.
A giugno 2014 l'Ue aveva fermato l'import di merci prodotte in Crimea, vini in particolare. Il primo agosto 2014 l'Ue ha introdotto un nuovo pacchetto di sanzioni molto più pesanti, ma riguardanti il commercio di armi. Dopo una settimana la Russia ha risposto con il settore agroalimentare. Il decreto russo arriva in un momento in cui le esportazioni di prodotti alimentari degli Stati membri erano in pieno sviluppo e si profilava un ulteriore incremento e non è ancora superata la crisi dell'intera economia europea.
La lista dei prodotti soggetti a embargo per un anno come previsto dal decreto russo, comprende carne di manzo e maiale, pollo, pesce e frutti di mare, latte e latticini, frutta e verdura, esclusi alcolici e prodotti per bambini.
Le nazioni più colpite sono Lettonia, Lituania, Polonia e Finlandia, che forniscono principalmente burro, formaggio, ricotta. Ad esempio, in Finlandia il 41% del burro d'esportazione viene destinato proprio alla Russia, come pure una sostanziale quota, del 47%, di pesce congelato. Dalla Lettonia e dalla Lituania proviene il 43% delle salsicce e dei salami. Polonia e Lituania inviano una larga fetta delle proprie verdure, frutta e noci.
Per quanto riguarda la Germania, l'Italia, la Gran Bretagna, la Spagna, solo poche produzioni specifiche potrebbero subire l'effetto delle sanzioni russe. In particolare, in Russia arrivano solo il 9% e il 5% dell'export spagnolo e italiano di carne bovina e il 6% dell'export tedesco di carne suina e frutta secca. Per quanto concerne Stati Uniti, il Canada e l'Australia, la Russia anche da loro acquista carne, pesce, verdure e tuberi, se pure in quantità estremamente piccole.

Le conseguenze per l'Italia saranno particolarmente pesanti per alcune voci dell'export come l'ortofrutta, prima voce dell'export europeo (quasi due miliardi di euro esportati); seguono, subito dopo, carni, bevande - tra cui il vino, che comunque non è oggetto dell'embargo e prodotti lattiero caseari. Tutti comparti essenziali, nei quali l'Italia è leader ed anche protagonista delle esportazioni.

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