venerdì 5 dicembre 2014

Crisi: Coldiretti, olive come diamanti, scortate contro i furti

I terreni agricoli montani sono stati finora esenti dal pagamento dell’Imu. Ma è di questi giorni l’approvazione del decreto interministeriale 28 novembre 2014, in corso di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, che ha rimodulato l’applicazione dell’esenzione dall’Imu, in attuazione di quanto previsto dall’articolo 22, comma 2, del decreto legge n. 66 del 2014. In pratica il decreto, pubblicato il 1° dicembre 2014 sul sito internet del Mef, riduce drasticamente l'elenco dei Comuni considerati montani. I soggetti obbligati al versamento dell’Imu per l’anno 2014 sulla base di detto decreto devono effettuarlo in un’unica rata entro il 16 dicembre 2014. In particolare, il decreto stabilisce che sono esenti i terreni agricoli dei comuni ubicati a un’altitudine di 601 metri e oltre, individuati sulla base dell’“Elenco comuni italiani”, pubblicato sul sito internet dell’Istituto nazionale di statistica (Istat), tenendo conto dell’altezza riportata nella colonna “Altitudine del centro (metri)”; i terreni agricoli posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, iscritti nella previdenza agricola, dei comuni ubicati a un’altitudine compresa fra 281 metri e 600 metri, individuati sulla base del medesimo elenco. "Inaccettabile ed inaudito appesantire gli agricoltori di una gravosa imposta tra appena 14 giorni”. Lo sottolinea Agrinsieme che contesta vigorosamente la decisione del governo di aggravare gli agricoltori con un aumento di imposta. “Se fosse confermato con la pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale si tratterebbe - stigmatizza il Coordinamento di Cia, Confagricoltura ed Alleanza delle Cooperative agroalimentari - di un atto di inaudita gravità da parte del governo e dei ministri competenti, dell’Economia e delle Finanze, dell’Interno e delle Politiche agricole, in violazione dei più elementari diritti ai più elementari diritti riconosciuti ad ogni contribuente dal nostro ordinamento, di certezza del tributo, sostenibilità dell’imposta, temporalità del pagamento dei tributi”. “Gran parte della maggiore imposta Imu di 350 milioni – osserva Agrinsieme - ricadrebbe sugli agricoltori, con importi in molti casi, di alcune migliaia di euro, che entro due settimane dovrebbero calcolare l’imposta e versarla; oltre tutto in una condizione di forte criticità per il settore ed in particolare per coloro che sono stati colpiti da avversità atmosferiche e rischiano, in una condizione di estremo disagio, di dover corrispondere l’Imu anche su terreni agricoli colpiti da calamità naturali. Agrinsieme aveva chiesto al ministero dell’Economia e delle Finanze il necessario rinvio, ricordando quanto sancito nello “Statuto del contribuente” che vieta di prevedere adempimenti a carico dei contribuenti prima di 60 giorni dalla entrata in vigore di provvedimenti di attuazione di nuove leggi.

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