giovedì 15 gennaio 2015

Droni: quali impieghi in agricoltura?

Inizialmente programmati per l’utilizzo in ambito militare, i droni sono oggi impiegati in svariati ambiti civili: sono per esempio utilizzati in campo fotografico, così da riuscire a scattare fotografie e riprendere video che si potrebbero realizzare solamente a bordo di un aeroplano o comunque ad un’altezza molto elevata e con una spesa nettamente superiore. Ma soprattutto i droni vengono utilizzati sempre più spesso nell’ambito dell’agricoltura. Grazie a questi velivoli è possibile avere il controllo sui campi e sulle culture: il drone ha infatti la capacità di individuare una pianta nociva che potrebbe infettare le altre e mettere così in ‘quarantena’ la pianta, che viene praticamente ‘derubata’ della riserva di acqua a lei destinata per essere distribuita a quelle sane. Infine, tramite un mezzo di comunicazione disposto a terra che comunica con il drone, il primo avrà un semplice compito, ossia quello di individuare la pianta infettiva ed eliminarla letteralmente, prevenendo così il rischio di una grave infezione sul resto del raccolto. Il compito di un drone nel campo dell’agricoltura è sostanzialmente questo: eliminare ciò che non va o che è nocivo, dando modo agli agricoltori di espandere il raccolto, piuttosto che dimezzarlo a causa di una o più piante nocive che possono infettare il resto della cultura. Tramite questo mezzo è possibile sorvolare ettari ed ettari di terreno, in modo del tutto autonomo, analizzando ogni singolo centimetro di terreno semplicemente inserendo dei dati e grazie all’utilizzo di una mappa, la quale ci aiuterà inoltre a decifrare la quantità di fertilizzante necessario per tutto il nostro acro di terra. Inoltre i droni potranno essere utilizzati per qualsiasi tipo di culture, passando alle erbacee e finendo al vitigno, seppur in questo secondo caso il processo sia leggermente più difficile. È attualmente in corso un progetto della Commissione europea grazie alla quale si hanno i fondi necessari per mettere in atto questo processo di studio che potrebbe stravolgere completamente l’agricoltura a livello mondiale. Al progetto parteciperanno diverse aziende, ma anche un’università svizzera, una francese e una tedesca, senza certamente dimenticare i centri di ricerca che sono fondamentali in un progetto simile. La finalità di questa ricerca è quella di riuscire a utilizzare al meglio i droni, riuscendo a trovare delle soluzioni che risolvano i problemi come quelli citati prima, ovvero l’infezione di un intero raccolto o l’estrapolamento di una pianta infetta. Il progetto, che come detto è stato sostanziato dalla Commissione europea, ha un valore di quasi 5 milioni di euro. L’altro scopo di questo progetto è quello di riuscire a classificare tutte le erbe che potrebbero mettere a rischio il nostro raccolto e valutare la funzionalità dei trattamenti che avverrebbero tramite questi apparecchi robotici. Intanto i mercato dei droni procede a gonfie vele ed è previsto un aumento delle vendite di aerei-robot, complice anche il fatto che un comune drone fornito di fotocamera può avere un prezzo economico, partendo dai 50 ai 1.000 euro per arrivare a svariate migliaia di euro a seconda dell’attrezzatura aggiuntiva. Sicuramente il mercato dei droni è più avanzato negli Stati Uniti d’America, ma è anche vero che il fenomeno sta iniziando a marciare anche nel contiente europeo. Sono ormai molte, infatti, le fabbriche destinate alla costruzione dei droni, il cui numero si aggira intorno alle 700. Infine ciò che cresce a dismisura è il numero delle scuole per piloti dedicate a coloro che vogliono utilizzare i droni, dal momento che 7 mesi fa è stata istituita una legge secondo la quale, per pilotare il piccolo aereo-robot, si ha bisogno di un patentino speciale.  Al momento sono riportate piccole cifre, ovvero 46 attività regolari e 80 in attesa di approvazione, ma è molto probabile che questi numeri crescano ancora.

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