venerdì 30 gennaio 2015

Falsi made in Italy nel mirino degli investigatori del web

La frode agroalimentare corre sul web, giungla virtuale dove si nascondono (e si confondono) – oltre a lecite inserzioni ed un rapporto qualità/prezzo spesso più conveniente rispetto alla vendita diretta – anche casi di contraffazione e inganni per il consumatore. Un business parallelo, quello delle frodi on-line, che ogni anno scippa valore e credibilità ai canali di vendita web, in crescita anche per quel che riguarda l’offerta. Sempre più imprese agroalimentari scommettono infatti sul marketplace, anche (soprattutto in tempi di crisi) per tentare di ampliare il ventaglio dei potenziali consumatori. Un dato è certo: è sul web (più che altrove) che si trovano imitazioni, tarocchi e falsi Made in Italy, con nomi ed etichette che sempre più spesso evocano le produzioni agroalimentari ed i vini Dop e Igp: si va dai wine e cheese-kit, al falso 'Aceto Balsamico di Modena' in Francia, al 'Parmesan' in polvere danese sino ai formaggi prodotti in Lettonia denominati 'La Grana' e 'Asiago', tanto per citarne solo alcuni di una lunga black-list stilata dall’Ispettorato repressione frodi (Icqrf), Organo di controllo del Mipaaf. che ha messo sotto la lente il commercio food & wine da piattaforme web e siti e-commerce. Sono essenzialmente due gli strumenti anti-contraffazione: il protocollo d'intesa stipulato tra l’Icqrf e la piattaforma eBay, che mira ad escludere dal marketplace le contraffazioni alimentari, e la protezione 'ex-officio', sempre gestita dall’Ispettorato repressione frodi come Autorità nazionale, che – tramite il contatto con le omologhe Autorità di altri Stati membri – consente di reprimere a livello UE l’illecito commercio dei prodotti agroalimentari che sfruttano in maniera illegittima i nomi di Dop e Igp. Ad oggi sono 196 i casi di contraffazione e agropirateria segnalati, di cui 125 rilevati grazie al protocollo eBay, un’attività di monitoraggio che ha portato alla 'pulizia' del web da inserzioni di falsi prodotti agroalimentari e vini Dop e Igp che sono messi nel carrello virtuale al pari di quelli veri, erodendo spazi di mercato e valore (oltre che al consumatore) anche all’imprenditoria 'sana'. L’ultimo caso è quello del falso 'Prosecco' Dop britannico, venduto (oltre che alla spina in numerosi punti vendita e catene distributive) anche on-line, la cui vendita è stata bloccata a seguito dell’intervento (richiesto dall’Icqrf) del Defra – Department for Environment Food and Rural Affairs.  “Siamo il Paese che più di tutti in Europa contrasta le frodi sul web – ha commentato Oreste Gerini, Direttore Generale dell’Icqrf – e per monitorare il web e contrastare i falsi Made in Italy abbiamo messo in campo risorse e strumenti che hanno consentito di raggiungere risultati importanti, a tutela dei consumatori e delle imprese agroalimentari che credono nel canale e-commerce. L’obiettivo è rendere i marketplace ed i siti on-line più trasparenti eliminando dal web le inserzioni ingannevoli e le contraffazioni agroalimentari, una zavorra che limita le reali potenzialità del canale e-commerce come opportunità imprenditoriale”.

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