L’estate
2014 è stata una stagione difficilissima per le produzioni agricole italiane,
stagione caratterizzata da forti piogge verificatesi nella seconda parte della
stagione, e da fortissime grandinate cadute su tutto il territorio nazionale.
L’eccesso di pioggia ha creato particolari difficoltà al comparto dell’uva da
vino creando non pochi disagi in fase di raccolta. Da una prima elaborazione
dei dati della campagna 2014 curata da Ismea (Istituto dei servizi per il
mercato agricolo alimentare) e presentati al VII Convegno nazionale sulla
gestione del rischio in agricoltura (Assisi – Pg) a metà febbraio, si evidenzia
(tab. 1) un incremento del valore complessivo delle produzioni assicurate (colture,
zootecnia e strutture) che ha raggiunto circa 7,9 miliardi di €, registrando un
incremento del 9% rispetto al 2013. Parallelamente si è registrato un aumento
del premio totale (costo di assicurazione) pari a 485.623 milioni di € con un
incremento del 29% rispetto all’anno precedente. In controtendenza il numero di
certificati che nel 2014 sono stati 206.395 e registrano una contrazione del
4%, sul 2013. Nuova Pac, nuove regole Archiviata la campagna 2014, il 2015 sarà
l’anno zero, un anno pieno di novità, per lo sviluppo futuro della gestione del
rischio in agricoltura. Prima tra tutte il passaggio delle misure per la
gestione del rischio dal primo pilastro della Pac (art. 69 Reg. Ce 73/2009) al
secondo pilastro nella Politica di sviluppo rurale (art. 36 Reg. Ce 1305/2013)
e l’inserimento delle risorse per le polizze agevolate e fondi di mutualità del
Piano di sviluppo rurale nazionale. Questo passaggio, unitamente all’emanazione
del provvedimento Agricoltura 2.0, decreto ministeriale del 12 gennaio 2015
comporterà una revisione del settore e delle procedure per l’accesso al
contributo, mentre le regole strettamente connesse alla tipologia di coperture
possibili sono contenute nel nuovo Piano assicurativo nazionale (Pan) in
approvazione in questi giorni. Comparto per comparto Prendendo a riferimento
l’arco temporale che va dal 2005 al 2014, e valutando i valori relativi alle
voci sopra richiamate, si evince che in 10 anni il valore assicurato è più che
raddoppiato, con un incremento del 109%, il premio totale è aumentato del 80%,
viceversa si registra una contrazione del numero dei certificati. L’aumento dei
premi raccolti è una diretta conseguenza dell’aumento dei valori assicurati e
dell’aumento delle garanzie, soprattutto nel comparto colture. Spacchettando il
valore assicurato (2014) per comparto, le colture vegetali rappresentano la
quota preponderante, circa 81% del totale, seguite dal 10% relativo alle
strutture aziendali e il 9% del settore zootecnico, in linea con i valori del
2013 (fig. 1). Le colture vegetali Le colture vegetali rappresentano il
comparto di maggior peso nell’ambito delle assicurazioni agevolate. Nel 2014 il
valore complessivo delle produzioni agricole assicurate, è stato pari 6,422
miliardi di €, con un aumento sul 2013 di circa il 9% (tab. 2). Un aumento più
sostanziale si registra per il premio totale, che per la campagna 2014 è stato
pari a 469,68 milioni di € con un incremento del 30% rispetto al 2013, mentre
si contrae il numero di certificati, 194.024mila, con una riduzione del 5%.
L’incremento dei valori assicurati è frutto principalmente di due variabili,
l’aumento degli ettari assicurati e l’aumento dei prezzi base (valore unitario)
delle produzioni assicurate. L’aumento del valore del premio totale è
direttamente conseguente all’aumento del valore dei beni assicurati,
rappresentando quest’ultimo il costo assicurativo dato da una percentuale del
valore coperto, che aumenta all’aumentare delle garanzie sottoscritte. La
campagna 2014 ha visto solo due tipologie di polizza, la polizza pluririschio,
che prevedeva la possibilità di scegliere da 3 ad un massimo di 7 garanzie
(colpo di sole, eccesso di neve, eccesso di pioggia, grandine, sbalzo termico,
vento forte, vento caldo) diversamente combinate tra loro, e la polizza multirischio
che prevedeva un unico pacchetto con 11 garanzie, alluvione, gelo, brina e
siccità oltre a quelle già previste dalla polizza pluririschio. Circa il 73%
delle imprese agricole ha sottoscritto polizze pluririschio, mentre il restante
27% ha scelto polizze multirischio (fig. 2). Queste ultime hanno avuto un
incremento del 214% rispetto al 2013 (fig. 3), dovuto anche al fatto che il
piano assicurativo del 2013 ha previsto che l’avversità gelo e brina fosse
assicurabile solo con polizza multirischio. Il maggior ricorso alla polizza
multirischio ha generato un aumento complessivo dei premi e, quindi
l’innalzamento della tariffa media (fig. 4), pari al 7,31%, frutto della
combinazione tra costo medio della polizza multirischio pari al 11,51% e del
costo medio della polizza pluririschio del 5,51%. Anche in questo caso, se
analizziamo il dato in una scala temporale di lungo periodo (10 anni), vediamo,
come in termini assoluti, la tariffa media sia leggermente inferiore a quella
del 2005 (7,37%). Se consideriamo tale tariffa in rapporto alle garanzie
prestate, possiamo affermare che nei 10 anni il costo medio è diminuito: basti
pensare che il 2005 era caratterizzato prevalentemente da polizze monorischio,
80,18%, che coprivano solo i danni da grandine, il 18,19% polizze plurischio
(principalmente a tre garanzie) e solo l’1,63% di polizza multirischio. In
merito al numero di ettari assicurati (fig. 5) il dato parziale relativo al
2014 (mancano gli ettari delle colture invernali: carciofi, agrumi, ecc.) è
pari a 1.324.000 ha. Se vediamo la variazione di questo dato nei 10 anni,
registriamo che, in 5 anni su 10 si sia contratto rispetto all’anno precedente,
la tendenza è comunque in costante aumento.
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