venerdì 6 marzo 2015

Tutti con il fiato sospeso in attesa della “rivoluzione” Pac

L’estate 2014 è stata una stagione difficilissima per le produzioni agricole italiane, stagione caratterizzata da forti piogge verificatesi nella seconda parte della stagione, e da fortissime grandinate cadute su tutto il territorio nazionale. L’eccesso di pioggia ha creato particolari difficoltà al comparto dell’uva da vino creando non pochi disagi in fase di raccolta. Da una prima elaborazione dei dati della campagna 2014 curata da Ismea (Istituto dei servizi per il mercato agricolo alimentare) e presentati al VII Convegno nazionale sulla gestione del rischio in agricoltura (Assisi – Pg) a metà febbraio, si evidenzia (tab. 1) un incremento del valore complessivo delle produzioni assicurate (colture, zootecnia e strutture) che ha raggiunto circa 7,9 miliardi di €, registrando un incremento del 9% rispetto al 2013. Parallelamente si è registrato un aumento del premio totale (costo di assicurazione) pari a 485.623 milioni di € con un incremento del 29% rispetto all’anno precedente. In controtendenza il numero di certificati che nel 2014 sono stati 206.395 e registrano una contrazione del 4%, sul 2013. Nuova Pac, nuove regole Archiviata la campagna 2014, il 2015 sarà l’anno zero, un anno pieno di novità, per lo sviluppo futuro della gestione del rischio in agricoltura. Prima tra tutte il passaggio delle misure per la gestione del rischio dal primo pilastro della Pac (art. 69 Reg. Ce 73/2009) al secondo pilastro nella Politica di sviluppo rurale (art. 36 Reg. Ce 1305/2013) e l’inserimento delle risorse per le polizze agevolate e fondi di mutualità del Piano di sviluppo rurale nazionale. Questo passaggio, unitamente all’emanazione del provvedimento Agricoltura 2.0, decreto ministeriale del 12 gennaio 2015 comporterà una revisione del settore e delle procedure per l’accesso al contributo, mentre le regole strettamente connesse alla tipologia di coperture possibili sono contenute nel nuovo Piano assicurativo nazionale (Pan) in approvazione in questi giorni. Comparto per comparto Prendendo a riferimento l’arco temporale che va dal 2005 al 2014, e valutando i valori relativi alle voci sopra richiamate, si evince che in 10 anni il valore assicurato è più che raddoppiato, con un incremento del 109%, il premio totale è aumentato del 80%, viceversa si registra una contrazione del numero dei certificati. L’aumento dei premi raccolti è una diretta conseguenza dell’aumento dei valori assicurati e dell’aumento delle garanzie, soprattutto nel comparto colture. Spacchettando il valore assicurato (2014) per comparto, le colture vegetali rappresentano la quota preponderante, circa 81% del totale, seguite dal 10% relativo alle strutture aziendali e il 9% del settore zootecnico, in linea con i valori del 2013 (fig. 1). Le colture vegetali Le colture vegetali rappresentano il comparto di maggior peso nell’ambito delle assicurazioni agevolate. Nel 2014 il valore complessivo delle produzioni agricole assicurate, è stato pari 6,422 miliardi di €, con un aumento sul 2013 di circa il 9% (tab. 2). Un aumento più sostanziale si registra per il premio totale, che per la campagna 2014 è stato pari a 469,68 milioni di € con un incremento del 30% rispetto al 2013, mentre si contrae il numero di certificati, 194.024mila, con una riduzione del 5%. L’incremento dei valori assicurati è frutto principalmente di due variabili, l’aumento degli ettari assicurati e l’aumento dei prezzi base (valore unitario) delle produzioni assicurate. L’aumento del valore del premio totale è direttamente conseguente all’aumento del valore dei beni assicurati, rappresentando quest’ultimo il costo assicurativo dato da una percentuale del valore coperto, che aumenta all’aumentare delle garanzie sottoscritte. La campagna 2014 ha visto solo due tipologie di polizza, la polizza pluririschio, che prevedeva la possibilità di scegliere da 3 ad un massimo di 7 garanzie (colpo di sole, eccesso di neve, eccesso di pioggia, grandine, sbalzo termico, vento forte, vento caldo) diversamente combinate tra loro, e la polizza multirischio che prevedeva un unico pacchetto con 11 garanzie, alluvione, gelo, brina e siccità oltre a quelle già previste dalla polizza pluririschio. Circa il 73% delle imprese agricole ha sottoscritto polizze pluririschio, mentre il restante 27% ha scelto polizze multirischio (fig. 2). Queste ultime hanno avuto un incremento del 214% rispetto al 2013 (fig. 3), dovuto anche al fatto che il piano assicurativo del 2013 ha previsto che l’avversità gelo e brina fosse assicurabile solo con polizza multirischio. Il maggior ricorso alla polizza multirischio ha generato un aumento complessivo dei premi e, quindi l’innalzamento della tariffa media (fig. 4), pari al 7,31%, frutto della combinazione tra costo medio della polizza multirischio pari al 11,51% e del costo medio della polizza pluririschio del 5,51%. Anche in questo caso, se analizziamo il dato in una scala temporale di lungo periodo (10 anni), vediamo, come in termini assoluti, la tariffa media sia leggermente inferiore a quella del 2005 (7,37%). Se consideriamo tale tariffa in rapporto alle garanzie prestate, possiamo affermare che nei 10 anni il costo medio è diminuito: basti pensare che il 2005 era caratterizzato prevalentemente da polizze monorischio, 80,18%, che coprivano solo i danni da grandine, il 18,19% polizze plurischio (principalmente a tre garanzie) e solo l’1,63% di polizza multirischio. In merito al numero di ettari assicurati (fig. 5) il dato parziale relativo al 2014 (mancano gli ettari delle colture invernali: carciofi, agrumi, ecc.) è pari a 1.324.000 ha. Se vediamo la variazione di questo dato nei 10 anni, registriamo che, in 5 anni su 10 si sia contratto rispetto all’anno precedente, la tendenza è comunque in costante aumento.

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