venerdì 22 maggio 2015

Cisgenesi e intragenesi, le nuove frontiere in agricoltura


Lo sviluppo delle tecnologie per il sequenziamento dei genomi ha consentito la loro completa decifrazione in molte specie d’interesse agrario, come riso, mais, pomodoro, patata, peperone, melanzana, cetriolo, melone e diverse altre (Bolger et al. 2014). Queste informazioni sono uno strumento importante non solo per comprendere i meccanismi molecolari alla base dell’espressione di caratteri rilevanti in agricoltura, come la produttività, la resistenza a stress biotici o abiotici, la qualità delle produzioni, ma anche per sviluppare metodi innovativi e più efficienti per l’analisi della variabilità genetica e l’individuazione di marcatori molecolari utilizzabili per la caratterizzazione delle risorse genetiche vegetali e la selezione assistita. Inoltre, le conoscenze relative alle sequenze dei genomi delle maggiori specie agrarie e di quelle ad esse imparentate consentono l’isolamento dei geni alla base dei caratteri d’interesse e il loro trasferimento mirato nelle varietà che si vogliono migliorare (Gruskin 2012; He et al. 2014; Varshney et al. 2014). In relazione all’uso delle piante transgeniche in agricoltura, il trasferimento nella specie coltivata di geni isolati da altre specie e/o l’inserzione casuale del transgene nel genoma delle piante coltivate sono generalmente percepiti come potenziali rischi per l’ambiente e la salute.

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