martedì 19 maggio 2015

Germania importante destinazione per l’export del vino italiano


Arrivano da Wine Monitor, l’Osservatorio di Nomisma sul mercato del vino, gli ultimissimi dati sul mercato tedesco che sarà oggetto assieme alla Svizzera del prossimo seminario “Focus Germania e Svizzera” (22 maggio- Lonigo), organizzato da Wine Meridian in collaborazione Wine Monitor, l’unità di business e market intelligence di Nomisma nata e pensata per supportare le imprese e le istituzioni della filiera vitivinicola italiana nella comprensione delle dinamiche dei mercati. “Con oltre 2,5 miliardi di vino importato nel 2014, la Germania si colloca al terzo posto tra i principali mercati d’importazione di vino al mondo, dietro a Stati Uniti e Regno Unito. Questo Paese rappresenta da sempre uno dei più importanti Paesi di destinazione per l’export vitivinicolo italiano: attualmente il 20% delle vendite all’estero di vini made in Italy si indirizza verso tale mercato” dice Denis Pantini, responsabile di Wine Monitor. Analizzando i molti dati rilevati da Nomisma Wine Monitor, colpisce un numero: 25,5 L/anno, che è il consumo pro-capite di vino in Germania, per un totale di 20,4 milioni di ettolitri di vino. La Germania non è sicuramente il Paese europeo dove si consuma più vino (superato da Francia, Italia, Portogallo, Austria, Belgio…), ma presenta una predisposizione al prodotto da parte dei consumatori molto positiva. Il tedesco è in media aperto alla diversità del vino, effettua la scelta del prodotto in base al gusto, è sensibile al prezzo ma non è rigidamente legato ad una fascia di prezzo. Nel complesso il mercato tedesco, che dal punto di vista fiscale non presenta tasse/accise sul vino (per gli esportatori) a parte l’IVA al 19%, è molto attrattivo per le aziende vitivinicole italiane perché la domanda è comunque sostenuta e sta emergendo una tendenza molto interessante. “Aumenta la domanda di vini di qualità e quindi aumenta il prezzo medio di acquisto. Questo processo di premiumization si è verificato anche nei discount e supermercati” prosegue Pantini. Rimangono comunque alcune sfide come l’elevata concorrenza su qualità, prezzi e promozioni e la complessità dovuta alla grande varietà di canali di vendita.

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