lunedì 8 giugno 2015

Importanti innovazioni per il controllo della batteriosi dell’actinidia

Si è conclusioni del X convegno nazionale sulla coltivazione dell’actinidia tenutosi a Latina cui si è affiancato il meeting di aggiornamento italiano sulla batteriosi da Psa.

Il Convegno di Latina, tenutosi nel dicembre scorso, è stato l’ultimo di una lunga serie di incontri, seminari, convegni che hanno caratterizzato il settore del kiwi nel 2014, quasi tutti incentrati sulla batteriosi da Pseudomonas syringae pv. actindiae (Psa) per i gravi danni causati alla coltura in tutte le principali aree di coltivazione italiane. Tra relazioni ad invito, comunicazioni e poster sono stati presentati oltre 30 contributi, molti dei quali relativi alla batteriosi, ma anche al rinnovamento varietale, alla gestione del frutteto e alla situazione economico-commerciale. I dati relativi alla situazione e alle prospettive della coltura (Macchi, CSO; Cacioppo, KiwiInforma; Bastoni, Apofruit) hanno evidenziato un leggero calo delle superfici coltivate ad actinidia, sia a livello mondiale (qualche punto percentuale), sia a livello italiano (8-9%), dovuto alla diffusione di Psa, soprattutto in Nuova Zelanda e Italia. In controtendenza sono, soprattutto, Cina e Grecia e anche Cile che sembra, però, aver esaurito la fase espansiva. Dall’esame della situazione mondiale è emerso che la domanda di kiwi è in aumento nei Paesi ad economia emergente e che l’incremento produttivo che è previsto, superata la fase critica dovuta a Psa, potrà essere positivamente assorbito dall’aumento della domanda mondiale. In Italia è necessario migliorare il livello qualitativo medio della produzione, ancora troppo variabile da produttore a produttore e da zona a zona; il modello Zespri dovrebbe guidare anche i produttori italiani per consolidare la positiva posizione conquistata sui mercati mondiali.

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