giovedì 17 settembre 2015

Regione Basilicata: giornata storica per riconoscimento IGP del Pane di Matera

Il gusto unico del Pane di Matera, uno dei simboli di Matera capitale europea della Cultura 2019, protagonista questa mattina dell’audizione pubblica per la modifica del disciplinare di produzione, per ottenere il riconoscimento del marchio IGP (Indicazione geografica protetta) dall’Unione Europea. Nell’affollata chiesa del Cristo flagellato, presso l’ex ospedale San Rocco, produttori e operatori economici, rappresentanti di organizzazioni professionali e di categoria, esponenti politici e istituzionali e cittadini hanno assistito alla lettura della nuova proposta di disciplinare della IGP “Pane di Matera”, alla presenza di due funzionari del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Armando Morelli e Lauretta Madotto.

L’obiettivo della riunione è stato quello permettere ai rappresentanti del dicastero di verificare la rispondenza delle modifiche proposte dal Consorzio di tutela del Pane di Matera IGP ai parametri previsti dal Regolamento UE n. 1151/2012. Sono intervenuti nel corso dell’audizione pubblica Luca Braia, assessore alla Politiche agricole e forestali della Regione Basilicata, Massimo Cifarelli, presidente del Consorzio di tutela del Pane di Matera IGP, Giovanni Schiuma, vicesindaco del Comune di Matera e Donato Semeraro, Agci.

La lettura degli articoli modificati si è conclusa con un applauso dei presenti, nessuna osservazione è stata avanzata, a parte una precisazione sull’origine storica dei primi panificatori di Matera, che secondo alcune fonti, potrebbe risalire al 1270.

Il primo riconoscimento del marchio IGP al pane di Matera risale al 2008, riconoscimento poi sospeso nel 2013 dall’Unione Europea per una difformità del prodotto rispetto al disciplinare di produzione. “Nella nuova proposta – ha precisato Massimo Cifarelli, presidente del Consorzio di tutela del Pane di Matera, non è stata modificata l’antica ricetta, basata sul lievito madre e sulle vecchie varietà di grano, come ad esempio il senatore Cappelli, Duro Lucano, Capeiti e Appulo, coltivati nel territorio della provincia di Matera. Le principali modifiche - ha proseguito Cifarelli- riguardano le esigenze commerciali, come ad esempio l’introduzione della forma di pane da mezzo chilo, oppure quelle da cinque e dieci chili, come si usava anticamente. Inoltre - ha concluso il presidente - per aiutare il consumatore a riconoscere immediatamente il prodotto IGP, abbiamo reintrodotto la marchiatura della forma con il timbro MT, una tradizione diffusa tra le famiglie materane, già negli anni ’50”.

La riunione di pubblico accertamento che si è svolta questa mattina rappresenta un primo importante passo verso l’iter per il riconoscimento del marchio IGP al pane di Matera. Nei prossimi giorni il testo del nuovo disciplinare sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, dove rimarrà per 30 giorni e in caso di mancato ricorso, successivamente, passerà alla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea, dove sarà sottoposto al vaglio dei cittadini per altri tre mesi.


“Oggi si scrive una pagina importante della storia della città di Matera - ha affermato Luca Braia, assessore alle Politiche agricole e forestali della Regione Basilicata - in quanto il pane rappresenta la nostra storia, la nostra identità ed è un importante veicolo per promuovere il nostro territorio. Personalmente mi impegnerò per velocizzare i tempi tecnici di riconoscimento ufficiale del marchio IGP - ha precisato Braia - nel frattempo vorrei che entrassero a far parte del Consorzio di tutela del Pane di Matera tutti i panificatori della città e della provincia e non solo quattro, come avviene attualmente. Unire le forze e le esperienze e aggregarsi è un elemento importante che permette di raggiungere nuovi mercati. E’ arrivato il momento di realizzare una OP che unisca la produzione dei cereali alla trasformazione del prodotto: non solo pane, quindi, ma anche la filiera della pasta, ad esempio. La nuova programmazione - ha concluso l’assessore - dà la possibilità di mettere in atto un’importante sfida collettiva in grado di sostenere tutta la filiera, dalla produzione del grano alla panificazione, dando reddito e valore a tutta la catena produttiva”.

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