venerdì 29 gennaio 2016

Sicurezza agricola: I nuovi limiti massimi dei residui fitosanitari

Con la nota del 21 gennaio il Ministero della Salute aggiorna sulle modifiche degli allegati II, III, IV e V del regolamento (CE) n. 396/2005 del Parlamento Europeo e del Consiglio per quanto riguarda i limiti massimi di residui (LMR) di alcune sostanze attive.

I regolamenti verranno pubblicati in tempi brevi in Gazzetta ufficiale della Unione Europea.

Difatti a Bruxelles, nel corso della riunione del Comitato Permanente Residui del 30 novembre e 1° dicembre 2015, sono stati votati i seguenti progetti di Regolamento che apportano alcune modifiche agli allegati II, III, IV e V del Regolamento (CE) n. 396/2005 del Parlamento Europeo e del Consiglio per quanto riguarda i limiti massimi di residui (LMR):

- Documento SANTE/12095/2015 rev. 2 che prevede innalzamenti di alcuni valori di LMR relativi a specifiche matrici, per le sostanze attive: cyazofamid, cycloxydim, difluoroacetic acid, fenoxycarb, flumetralin, fluopicolide, flupyradifurone, fluxapyroxad, kresoxim-methyl, mandestrobin, mepanipyrim, metalaxyl-M, pendimethalin e tefluthrin;

- Documento SANTE/12014/2015 rev. 1 che prevede innalzamenti di alcuni valori di LMR, relativi a specifiche matrici, per le sostanze attive: chlorantraniliprole, cyflumetofen, cyprodinil, dimethomorph, dithiocarbamates, fenamidone, fluopyram, flutolanil, imazamox, metrafenone, myclobutanil, propiconazole, sedaxane e spirodiclofen;

- Documento SANTE/11654/2015 rev. 1 che prevede abbassamenti di alcuni valori di LMR per la sostanza attiva atrazine;

- Documento SANTE/11621/2015 rev. 1 che prevede:

a) riduzioni di alcuni valori di LMR, relativamente a specifiche matrici, per le sostanze attive captan, propiconazole e spiroxamine;

b) modifica della definizione di residuo limitatamente ad alcune matrici per le sostanze attive: captan e spiroxamine;

- Documento SANTE/11406/2015 rev. 1 che prevede l'inserimento nell'allegato IV del Regolamento 396/2005 delle sostanze attive: Cydia pomonella Granulovirus (CpGV), calcium carbide, potassium iodide, sodium hydrogen carbonate, rescalure e Beauveria bassiana strain ATCC 74040 e Beauveria bassiana strain GHA.

L'obbligo di adeguamento per le autorizzazioni nazionali sarà esteso a tutti i prodotti fitosanitari a base delle sostanze attive sopra elencate autorizzati su impieghi per i quali ci sono delle riduzioni di valori di LMR e/o modifiche di definizioni di residuo.

I Regolamenti di prossima pubblicazione che prevedono riduzioni di LMR e/o modifiche di definizioni di residuo entreranno in vigore il 20° giorno successivo alla loro pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea, mentre le modifiche da essi introdotte saranno applicabili 6 mesi dopo la data di entrata in vigore degli stessi.

La procedura di registrazione

La nota anticipa anche la procedura per gli adeguamenti delle autorizzazioni nazionali.

Le modifiche alle autorizzazioni nazionali saranno applicabili 6 mesi dopo l'entrata in vigore dei Regolamenti.

La nota prevede che le Imprese interessate devono far pervenire alla Direzione Generale della Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione, entro 30 giorni a far data dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale dell'Unione europea dei nuovi Regolamenti, la richiesta di adeguamento per i propri prodotti fitosanitari utilizzando il modello di domanda FTS-PPP-17 e allegando la documentazione in esso riportata necessaria per la conseguente valutazione.

Per quanto riguarda la documentazione da allegare, la nota precisa che:

- le prove residui devono essere state eseguite secondo l'approccio zonale comunitario, in accordo alla buona pratica di laboratorio (GLP) e con lo stesso formulato o con una formulazione equivalente a quella che si intende difendere;

- occorre presentare le schede GAP per le sole colture in discussione;

- qualora un'Impresa titolare di studi intenda supportare con lettere di accesso altre Aziende,
dovrà trasmettere l'elenco delleAziende a cui rilascia accesso;

- le eventuali lettere di accesso devono essere rilasciate specificatamente per gli studi utilizzati per l'adeguamento in oggetto, e riferite a studi condotti con formulati uguali o paragonabili a quello per cui è stato richiesto l'accesso. Tali lettere di accesso devono riportare l'indicazione del prodotto e degli impieghi supportati.

La tariffa è quella prevista dal D.M. 28 settembre 2012 sul c/c n. 52744570 intestato alla tesoreria Provinciale dello Stato – Viterbo.


La documentazione dovrà essere trasmessa informatico, utilizzando anche eventualmente un supporto informatico (CD – qualora le dimensioni lo rendano necessario), in duplice copia; una copia sarà trasmessa agli esperti incaricati per la valutazione. Ogni CD dovrà essere contrassegnato dalla presenza di un'etichetta riportante i riferimenti presenti nell'oggetto della richiesta (nome del prodotto fitosanitario e numero di registrazione).

Consumi: Coldiretti, con +11% ceci a top carrello spesa 2015

Con un aumento record dell'11%, sono i ceci in scatola a far registrare il maggior incremento nella spesa degli italiani nel 2015 che fa segnare anche un deciso ritorno dei legumi a tavola. E' quanto emerge da un' analisi della Coldiretti sugli acquisti alimentari degli italiani che nell'anno appena trascorso dopo sette anni di calo tornano a salire dello 0,3%. Un' inversione di tendenza - aggiunge Coldiretti - che evidenzia però un deciso orientamento a privilegiare cibi salutari coerentemente con le indicazioni dell'Onu che ha dichiarato il 2016 Anno Internazionale dei legumi per incentivarne il consumo e la coltivazione.

Con l'arrivo del maltempo i legumi sono ingredienti basilari per molti cibi tradizionalmente associati alla stagione, e anche assai gustosi, come zuppe e minestroni, insieme a cereali come il riso, l'orzo o il farro. Ma fagioli, ceci, piselli, lenticchie e fave - continua Coldiretti - sono fondamentali anche perché, oltre ad apportare energia, contengono ferro e sono ricchi di fibre che aiutano l'organismo a smaltire i sovraccarichi migliorando le funzionalità intestinali. In più contengono lecitina, fonte di fosforo ed immunizzante per le infezioni batteriche contro i malanni provocati dal freddo.


Anche per questo gli acquisti di legumi secchi nel 2015 sono aumentati del 5% in valore - prosegue Coldiretti -, mentre l'incremento della spesa degli italiani è stato del 3% per quelli in scatola. La produzione italiana di legumi - conclude Coldiretti - è tornata ad aumentare del 10% negli ultimi dieci anni e l'Italia può contare su un grande patrimonio di diversità con la riscoperta di antiche varietà locali, dal cece di Merella del Piemonte al cece del solco dritto di Valentano nel Lazio fino al cece nero del Fortore. Ma questa ricchezza é messa a rischio dalla concorrenza sleale di prodotti importati dall'estero e spacciati come Made in Italy perché nei legumi stranieri confezionati in scatola in Italia non è obbligatorio indicare l'origine in etichetta.

Braia: la Basilicata protagonista delle politiche agricole

“La Basilicata, consapevole delle sue straordinarie potenzialità, vuole tornare a essere protagonista del settore agricolo, attraverso la costruzione di un modello efficace, efficiente e ampiamente condiviso con tutti gli attori del sistema. Ed è con questo spirito che stiamo organizzando l’evento di lancio del Po Feasr 2014-2020 in programma il 29 gennaio a Matera a cui parteciperà il Vice Ministro Andrea Olivero, assessori e rappresentanti di alcune regioni del Mezzogiorno”.

Lo ha detto l’assessore regionale alle Politiche agricole e forestali, Luca Braia, in apertura dei lavori del Tavolo Verde da lui presieduto, a cui venerdì scorso hanno partecipato il direttore generale del Dipartimento, Giovanni Oliva, l’Autorità di Gestione del Po Feasr, Vittorio Restaino, e i rappresentanti di tutte le associazioni agricole.

“Negli ultimi sette mesi, da quando ho assunto la responsabilità di questo Dipartimento – ha aggiunto Braia – grazie all’impegno profuso dagli uffici abbiamo recuperato i ritardi che si erano accumulati, evitando di fatto quasi tutto il grave potenziale disimpegno delle risorse comunitarie del periodo 2007/2013. Nell’arco di qualche settimana chiuderemo totalmente la partita amministrativa riguardante la vecchia programmazione. Ma non possiamo e non dobbiamo più lavorare in emergenza.

Da qui la necessità di costruire un nuovo modello operativo più adatto a rispondere alle mutate esigenze del mondo agricolo e a ridare centralità a questo importantissimo comparto produttivo ed economico della nostra regione. Per questa ragione stiamo riorganizzando anche gli uffici provando a creare corrispondenza diretta con le caratteristiche delle singole misure del Po Feasr. E questo nuovo modello organizzativo lo stiamo realizzando ora proprio perché dobbiamo poter lavorare nella ordinarietà e non essere costretti a recuperare ritardi con il rischio di perdere importanti opportunità. Credo che lo stesso debbano fare le associazioni di categoria provando a ridisegnare i loro modelli di azione anche in virtù dei nuovi compiti da svolgere, in modo da poter rafforzare tutto il sistema dell’agricoltura in Basilicata.”

Braia si è quindi soffermato sull’evento di lancio del Po Feasr in programma il 29 gennaio, con inizio alle 9.30, nell’auditorium del Conservatorio di Matera.

“Hanno già aderito alla tavola rotonda gli assessori regionali di quasi tutte le regioni del Sud, oltre al viceministro alle Politiche agricole e forestali, Andrea Olivero con l'obiettivo di far partire dalla Basilicata idee e proposte operative che non riguardano solo gli agricoltori lucani, ma quelli di tutto il Mezzogiorno in relazione agli obiettivi dell'intero Paese. L’Agricoltura deve tornare centrale nelle politiche sia del Governo nazionale che delle regioni perché su questa sfida si gioca la partita economica dei prossimi anni che dovrà tornare a puntare sulle proprie vocazioni che da noi sono Agricoltura, Ambiente e Turismo.

Ragioneremo, in questa circostanza, anche sul sistema del credito e sulle opportunità offerte dalla nuova legislazione nazionale e quelle che inseriremo nella prossima legge di stabilità regionale che vedrà centrale, come già annunciato dal presidente, Marcello Pittella, il ruolo di Sviluppo Basilicata”.

Al tavolo verde è quindi intervenuto l’Autorità di gestione del Po Feasr, Vittorio Restaino. “Vogliamo procedere – ha detto Restaino – con un preciso cronoprogramma definendo entro la fine di marzo tutti i criteri di selezione per le 8 misure e le 24 sottomisure. I criteri di selezione, oggetto del Tavolo Verde, individuati e proposti dall’Adg – ha aggiunto Restaino – sono quelli già condivisi e adottati nel Psr anche sulla base della consultazione con la Commissione europea che si concluderà nelle prossime ore”.

Nel corso dell’incontro il Direttore generale del Dipartimento, Giovanni Oliva, ha ringraziato tutto il partenariato agricolo per la grande disponibilità offerta in questo anno e mezzo “con cui abbiamo raggiunto importanti risultati. Sono certo che questa disponibilità ci sarà di aiuto per rendere ancora più positivi i risultati attesi dalla nuova programmazione”.


Il Tavolo Verde, dopo aver analizzato, verificato e discusso con le associazioni di categoria i criteri di selezione relativi alle prime misure del PSR Basilicata 2014-2020, i cui bandi sono previsti già per la fine del mese di febbraio, ha aggiornato i lavori a mercoledì 27 gennaio.

mercoledì 27 gennaio 2016

FOGLIE TV - I protagonisti dell'ortofrutta italiana a Matera



E' andata in scena a Matera la quarta edizione di "Protagonisti dell'Ortofrutta Italiana": l'occasione, oltre che per premiare  11 fra le realtà più importanti del settore, è stata l'ideale  per riunire i vertici della produzione, della commercializzazione e della filiera e per creare un'opportunità di incontro e dialogo. Per la prima volta l'evento si è tenuto al Sud Italia così come sarà anche per le prossime due edizioni per valorizzare al meglio l'ortofrutta del Meridione come importante patrimonio italiano.

lunedì 25 gennaio 2016

Convegno Bayer a Foggia sulla cerealicoltura

Si terrà a Foggia il prossimo 2 febbraio il seminario "Produttività e redditività in cerealicoltura: punti fermi e nuove certezze".  Gli argomenti che verranno trattati sono molto interessanti e di grande attualità:

-Intervento del dr. Nicola Pecchioni, attuale direttore dell’Istituto di cerealicoltura CREA –CER di Foggia.
L’intervento farà il punto sugli ultimi risultati scientifici e tecnici della ricerca mondiale e italiana sulla coltura del grano.
-Intervento del dr. De Vita Pasquale, ricercatore del CREA –CER Foggia
Il suo sarà un contributo ragionato e pratico su alcuni punti fermi e nuove regole agronomiche per produrre un buon grano e quindi fare reddito, partendo da una recente pubblicazione dello stesso ente dal titolo “Cinque regole per non fallire”
-Presentazione del video “In campo con Bayer. L’innovazione sul grano” (ca. 2 min.): I risultati di Bayer sul grano nascono dal lavoro in campo di una intera organizzazione dedicata.
-Intervento di Roberto Balestrazzi – Bayer. L’intervento metterà in risalto i concetti dell’ Integrated Weed Management (gestione integrata delle infestanti), sempre più attuali e indispensabili in una moderna cerealicoltura.
-Intervento di Michele Curci – Bayer.  Partendo dai dati di campo si dimostrerà che in presenza o in assenza di patologie fungine sulla pianta, l’utilizzo dei fungicidi della linea Bayer apporta sempre tangibili benefici sulle produzioni. 

I lavori saranno coordinati dal dr. Nicola Pecchioni.

Prestazioni a sostegno del reddito dei lavoratori agricoli

I lavoratori agricoli beneficiano di ammortizzatori sociali diversi da quelli accessibili dagli altri lavoratori in quanto concessi a prescindere dalla data di inizio e dalla durata della disoccupazione. In molti casi perciò i sussidi di disoccupazione diventano una forma di integrazione al salario, volta a compensare la forte stagionalità del lavoro agricolo. Questo spiega anche perché la percentuale di lavoratori che fruisce dei sussidi sia molto alta (attorno al 50%) e rimanga tale anche in fasi di ripresa economica. Al contrario degli ammortizzatori per gli altri lavoratori, compresi quelli stagionali, le prestazioni a sostegno del reddito dei lavoratori agricoli non sono state riformate negli ultimi anni.

Le peculiarità del settore agricolo
Nel settore agricolo sono presenti diverse tipologie di lavoratori:
i lavoratori subordinati, per lo più operai agricoli a tempo indeterminato e determinato. Gli impiegati ed i quadri sono in numero inferiore e vengono inquadrati come lavoratori "non agricoli" in quanto l'attività svolta è del tutto assimilabile a quella della generalità dei lavoratori dipendenti. Complessivamente sono 1.009.083(1) i lavoratori dipendenti del settore.
i lavoratori autonomi che possono essere coltivatori diretti, coloni, mezzadri oppure imprenditori agricoli professionali. Questi lavoratori sono 460.133.

Il lavoro agricolo è caratterizzato da forte stagionalità e imprevedibilità dei fermi lavoro dovuti a cause atmosferiche o calamità naturali. Questo ha storicamente giustificato trattamenti diversi da quelli concessi alla generalità dei lavoratori dipendenti. Le tutele previste per il settore agricolo si differenziano da quelle stabilite per la generalità dei lavoratori  principalmente per i seguenti aspetti:
disoccupazione agricola: per gli operai agricoli la prestazione viene erogata in una unica soluzione l'anno successivo rispetto all'evento di disoccupazione ed è garantita a prescindere dall'accertamento dello status di disoccupato al momento della domanda e della percezione. L'anzianità assicurativa è riconosciuta per l'intero anno indipendentemente dal numero delle giornate di lavoro agricolo effettuate e dal giorno di inizio dell'attività lavorativa (diversamente, per la generalità dei lavoratori dipendenti l'inizio dell'assicurazione decorre dal giorno del primo contributo effettivamente versato o dovuto). È inoltre diversa la misura della prestazione pari al 40% della retribuzione giornaliera (l'indennità di disoccupazione NASpI è pari al 75% della retribuzione, per i primi tre mesi, poi si riduce progressivamente);
assegno al nucleo familiare: l'assegno viene riconosciuto per l'intero anno agli operai agricoli con almeno 101 giornate di effettivo lavoro agricolo (mentre per il lavoratore dipendente non agricolo l'assegno è riconosciuto per 26 giornate mensili a decorrere dall'evento che determina il diritto);
malattia/maternità: gli operai agricoli a tempo determinato hanno diritto alle prestazioni di malattia e maternità se risultano iscritti negli elenchi nominativi  annuali per  almeno 51 giornate di lavoro agricolo svolte nell'anno precedente. Analogamente hanno diritto alle indennità se le 51 giornate sono state lavorate nello stesso anno in cui si verifica l'evento, purché prima dell'inizio dell'evento stesso. Tale requisito consente all'operaio di acquisire lo "status" di lavoratore agricolo per accedere alle tutele (per la maggior parte degli altri lavoratori è necessario che l'evento  si verifichi in costanza del rapporto di lavoro);
il diritto all'integrazione salariale, diversamente da quanto avviene nel settore Industria, riguarda solo operai, impiegati e quadri  a tempo indeterminato(2) ; spetta per sospensioni a giornate intere e non per riduzioni di orario di lavoro; spetta per un massimo di 90 giornate per anno (invece delle 52 settimane potenzialmente indennizzabili dalla CIG).

Le prestazioni in dettaglio
Per i lavoratori subordinati le giornate di lavoro effettuate vengono dichiarate trimestralmente dal datore di lavoro con il modello DMAG (dichiarazione di manodopera agricola). Nel caso degli operai agricoli a tempo determinato queste giornate vengono certificate con la pubblicazione degli elenchi nominativi annuali, effettuata  online dall'INPS entro il 31 marzo dell'anno successivo. Per gli operai agricoli a tempo indeterminato la posizione assicurativa è costituita in base ai DMAG pervenuti all'INPS.

La disoccupazione agricola
La prestazione di disoccupazione prevista per gli operai agricoli indennizza gli assicurati per periodi di inattività già decorsa e non per periodi di disoccupazione successivi alla presentazione della domanda, come avviene invece per gli altri settori d'attività.
Infatti, la domanda viene presentata entro il 31 marzo dell'anno successivo a quello in cui è stata prestata l'attività lavorativa e nel quale si sono collocati i periodi di inoccupazione. A questo punto, l'erogazione della prestazione viene effettuata in unica soluzione e prescinde dall'accertamento della ripresa della capacità lavorativa e dello status di disoccupato al momento della domanda e della percezione (condizione invece essenziale per aver diritto alle indennità di disoccupazione previste per tutti gli altri lavoratori dipendenti).
In questo settore, per ottenere l'indennità di disoccupazione occorrono:
2 anni di anzianità assicurativa
almeno 102 contributi giornalieri(3) nei due anni precedenti la domanda di prestazione (diversamente, per la generalità dei lavoratori l'indennità di disoccupazione NASpI non richiede alcuna anzianità assicurativa, ma occorrono almeno 13 settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti l'inizio del periodo di disoccupazione e trenta giornate di effettivo lavoro nei dodici mesi che precedono l'inizio del periodo di disoccupazione).
Nel settore agricolo viene inoltre riconosciuta l'anzianità assicurativa per l'intero anno solare, indipendentemente dal numero delle giornate di lavoro agricolo registrato e dal giorno di inizio dell'attività lavorativa (diversamente, per la generalità dei lavoratori dipendenti l'inizio dell'assicurazione decorre dal giorno del primo contributo effettivamente versato o dovuto).

La durata massima del trattamento di disoccupazione è pari alle giornate effettivamente lavorate durante l'anno, inclusi i periodi di lavoro non agricolo; la somma tra giornate lavorate e giornate indennizzate non può superare il limite massimo di 365 giorni (diversamente, per l'indennità di disoccupazione NASpI la durata è pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi 4 anni precedenti la cessazione del lavoro). Il lavoro svolto in agricoltura deve essere prevalente.
L'indennità giornaliera di disoccupazione agricola è pari al 40% della retribuzione giornaliera(4) , con trattenuta di un contributo di solidarietà del 9% a titolo di partecipazione alla contribuzione figurativa (diversamente, la indennità di disoccupazione NASpI è pari al 75% della retribuzione, senza alcuna trattenuta). Questa trattenuta è effettuata fino ad un massimo di 150 giornate indennizzate. Dalla 151ma in poi non è operata alcuna trattenuta.

Occorre precisare che la retribuzione giornaliera utilizzata a base del calcolo è una media delle retribuzioni registrate nelle dichiarazioni trimestrali di manodopera agricola nel corso dell'anno.

L'indennità è soggetta all'applicazione di un tetto massimo aggiornato annualmente. Analoghi tetti sono previsti per l'indennità di disoccupazione NASpI per la generalità dei lavoratori. Non sono invece soggetti ad alcun tetto gli operai agricoli a tempo determinato che possono vantare 101 giornate di lavoro agricolo, oppure 151 giornate complessive sommando anche lavoro non agricolo.

Ai fini pensionistici, l'anno di contribuzione pieno è fissato in 270 giornate, assicurate agli operai agricoli a tempo determinato riconoscendo una contribuzione figurativa per tante giornate quante ne servono per integrare quelle effettivamente coperte da contributi del datore di lavoro.

Nel 2014 sono stati 525.048 i beneficiari di disoccupazione agricola, circa il 50% del totale dei lavoratori dipendenti del settore. Il numero medio di giornate indennizzate è stato di 113,9 giorni.

Esempio:
Lavoro agricolo 51 gg nell'anno:, viene calcolata una indennità ordinaria pari a 51gg cui corrisponde un accredito figurativo di 219 giorni (utile per il diritto e per la misura delle pensioni di invalidità, vecchiaia e superstiti).
Lavoro agricolo di 101 gg nell'anno: viene calcolata un'indennità di disoccupazione denominata Trattamento Speciale Agricolo pari a 101 gg cui corrisponde un accredito figurativo di 169 giorni di cui 90 (accreditati come Trattamento Speciale) sono utili ai fini del diritto e della misura per la pensione anticipata (oltre che per le pensioni di invalidità, vecchiaia e superstiti) e 79 come disoccupazione ordinaria utili solo ai fini del diritto e della misura per le pensioni di invalidità, vecchiaia e superstiti e solo ai fini della misura per la pensione anticipata.
Lavoro agricolo e non agricolo di 151 gg nell'anno: viene calcolato un Trattamento Speciale Agricolo pari a 151 gg, cui corrisponde un accredito figurativo di 119 giorni di cui 90 come Trattamento Speciale utili ai fini del diritto e della misura per la pensione anticipata e per le pensioni di invalidità, vecchiaia e superstiti e 29 come disoccupazione ordinaria utili ai fini del diritto e della misura per le pensioni di invalidità, vecchiaia e superstiti e solo ai fini della misura per la pensione di anticipata.
N.B. gli operai agricoli a tempo indeterminato hanno diritto solo all'indennità ordinaria e non anche ai Trattamenti Speciali Agricoli.

L'assegno per il nucleo familiare
L'assegno per il nucleo familiare è una prestazione a sostegno del reddito per le famiglie dei lavoratori dipendenti e dei titolari delle prestazioni a sostegno del reddito con un reddito complessivo familiare al di sotto delle fasce stabilite ogni anno per legge e sia composto per almeno il 70% da reddito derivante da lavoro dipendente o assimilati.
L'assegno viene riconosciuto per l'intero anno al lavoratore agricolo con almeno 101 giornate di effettivo lavoro (mentre per il lavoratore dipendente non agricolo l'assegno è riconosciuto per 26 giornate mensili a decorrere dall'evento che determina il diritto - ossia i requisiti di reddito e la composizione del nucleo familiare).
Per l'operaio agricolo a tempo determinato con meno di 101 giornate annue di lavoro in agricoltura, l'assegno spetta per le giornate lavorate nel settore agricolo maggiorate del 13,78% per ferie e festività e, in caso di contestuale diritto all'indennità di disoccupazione agricola, per le giornate di disoccupazione indennizzata e coperta da contribuzione figurativa nel limite massimo di 180 giornate. Per l'operaio agricolo a tempo indeterminato con meno di 101 giornate annue di lavoro l'assegno spetta per un massimo di 26 giornate per ogni mensilità spettante.

Le prestazioni di malattia e maternità
Gli operai agricoli a tempo determinato hanno diritto alle prestazioni di malattia e maternità se nell'anno precedente all'evento (di malattia o maternità) hanno svolto almeno 51 giornate di lavoro agricolo. Le tutele sono anche riconosciute agli operai che hanno svolto 51 giornate di lavoro agricolo nello stesso anno dell'evento, purché tali giornate risultino svolte prima dell'inizio dell'evento stesso.
I lavoratori agricoli a tempo indeterminato accedono alle tutele di malattia e maternità secondo i requisiti previsti per la generalità dei lavoratori dipendenti; l'indennità di malattia compete per un massimo di 180 giorni all'anno.

Malattia
Per gli operai agricoli a tempo determinato, l'indennità giornaliera di malattia spetta per un numero di giornate corrispondenti al numero di giornate di lavoro agricolo svolte nell'anno precedente. Agli operai che hanno svolto 51 giornate di lavoro agricolo nello stesso anno dell'evento (purché prima dell'inizio dell'evento stesso) sono riconosciuti un massimo di 30 giorni di indennizzo.

Maternità
Lo status di "operaio agricolo" (acquisito grazie alla registrazione di almeno 51 giornate di lavoro all'interno dell'elenco nominativo, che ha durata annua) fa sì che, per tutto l'anno di validità dell'elenco, l'operaio agricolo sia equiparato ad un lavoratore a tempo determinato.
Ciò comporta che, nel caso in cui il congedo obbligatorio di maternità prosegua oltre la durata dello status, l'indennità di maternità sia in ogni caso riconosciuta. Inoltre sono indennizzati anche i congedi obbligatori che iniziano entro 60 giorni dallo scadere dello status (ossia entro 60 giorni successivi al 31 dicembre).

Nel 2014 sono stati 23.308 i beneficiari nel settore agricolo della maternità e del congedo parentale con 122 giornate mediamente indennizzate per una spesa complessiva di 76 milioni di euro.
Sono invece, sempre nello stesso anno, 182.209 i beneficiari dell'indennità di malattia nel settore agricolo, con una media di 34 giorni e una spesa complessiva di 186 milioni di euro.

Cassa integrazione salariale per gli operai agricoli (CISOA)
La cassa integrazione guadagni agricola, come per gli altri settori produttivi, tutela i lavoratori agricoli sospesi temporaneamente dal lavoro riconoscendo un'indennità sostitutiva della retribuzione. Il diritto all'integrazione salariale, diversamente da quanto avviene nel settore Industria, riguarda solo operai, impiegati e quadri dipendenti delle aziende agricole con contratto a tempo indeterminato(5) .
Tra le cause di concessione rientrano le avversità atmosferiche, i fenomeni infettivi e gli attacchi parassitari, la perdita del prodotto, la siccità, la stasi stagionale e la mancanza involontaria di materie prime.
Può essere concessa, inoltre, direttamente dal Ministero del Lavoro, nei casi di sospensione operata per esigenze di riconversione e ristrutturazione aziendale, nonché nelle ipotesi di eccezionali calamità o avversità atmosferiche per imprese site nei comuni dichiarati colpiti da tali eventi.
Oltre ai soggetti beneficiari anche le regole per la concessione, la durata e la misura della prestazione differiscono da quanto previsto per il settore Industria.

In particolare, la cassa integrazione agricola spetta:
solo ai dipendenti a tempo indeterminato (operai, impiegati e quadri)
per sospensioni a giornate intere e non per riduzioni di orario di lavoro
a chi abbia effettuato almeno 181 giornate annue di lavoro presso la stessa azienda agricola (anzianità non richiesta per la CIG)
per un massimo di 90 giornate per anno solare (invece delle 52 settimane potenzialmente indennizzabili dalla CIG)
Come per la cassa integrazione del settore industriale, l'integrazione salariale agricola è pari all'80% della retribuzione media giornaliera; in questo caso non sono previsti tuttavia i massimali che si applicano invece alla CIG.
La retribuzione da prendere a riferimento non può essere inferiore a quella stabilita dalle leggi o dai contratti collettivi o individuali applicabili a seconda della categoria e della qualifica di appartenenza del lavoratore. Come base di calcolo, si utilizza la retribuzione percepita effettivamente dal lavoratore solo se superiore a quella contrattuale.

L'indennità erogata è sempre soggetta ad un limite massimo indennizzabile nei casi di interventi previsti per afta epizootica o per sospensioni di attività conseguenti a
riconversione, ristrutturazione aziendale o ad eccezionali calamità ed avversità atmosferiche.

Nel 2014 sono stati 22.419 i beneficiari della Cassa integrazione per gli operai agricoli, il numero medio di giornate indennizzate è stato pari a 24,4.


Spesa per prestazioni

  
Tassi di utilizzo
Di seguito si riportano i tassi di utilizzo della disoccupazione e cassa integrazione agricola rispetto ai medesimi tassi di copertura delle stesse prestazioni per i lavoratori dipendenti del settore privato e lavoratori pubblici con contratto a tempo determinato.
Questi tassi misurano il numero di lavoratori che beneficiano della prestazione sul totale dei lavoratori del settore che potenzialmente potrebbero accedere alle prestazioni.


Tipo di prestazione
Agricoli
Lavoratori dipendenti settore privato*
Disoccupazione
52%
10,5%
Cassa Integrazione ordinaria
21,2%
14,2%
*Nel calcolo del tasso di copertura dell'indennità di disoccupazione sono considerati anche i lavoratori pubblici a tempo determinato
Dati aggiornati al 2014


1) Il numero riportato è la somma  degli operai a tempo indeterminato e determinato tuttavia, il totale dei lavoratori può talvolta essere inferiore a tale numero poiché un lavoratore nel corso dell'anno può rivestire entrambe le qualifiche.

2) Sono esclusi quindi i lavoratori a tempo determinato, quelli assunti con contratto di inserimento e quelli dipendenti da cooperative agricole e loro consorzi che manipolano, trasformano e commercializzano i prodotti propri della cooperativa e dei loro soci ai quali si applica la disciplina delle integrazioni salariali dell'industria.

3) I periodi di lavoro ai fini previdenziali sono computati a "giornate" (e non a "settimane", come per la generalità dei lavoratori dipendenti).

4) Per gli operai agricoli a tempo indeterminato la  misura della prestazione è pari al 30% della retribuzione giornaliera senza alcuna trattenuta.


5) Sono esclusi quindi i lavoratori a tempo determinato, quelli assunti con contratto di inserimento e quelli dipendenti da cooperative agricole e loro consorzi che manipolano, trasformano e commercializzano i prodotti propri della cooperativa e dei loro soci ai quali si applica la disciplina delle integrazioni salariali dell'industria.