giovedì 6 ottobre 2016

La mosca non perdona

Dopo un'annata disastrosa come quella 2014, anche il 2016 pare avviato ormai alla conta delle perdite produttive causate da Bactrocera oleae: i prodotti per combatterla.
Chi pensava che il 2015 fosse la norma si deve ricredere. L'anno passato si è infatti rivelato interlocutorio fra due stagioni, la 2014 e la 2016, che di mosca delle olive ne hanno vista volare tanta da oscurare il sole.

Perdite gravissime, sia in termini quantitativi, sia qualitativi. Che è anche peggio. Specialmente gli agricoltori che prediligono le raccolte invernali da terra più che dell'olio lampante non sono riusciti quindi a fare. E pure scadente anche così. Chi ha anticipato la raccolta, prendendo in contropiede l'attacco più virulento dell'insetto, in pre-raccolta, ha sì schivato l'onda d'urto autunnale, ma ha anche dovuto rinunciare a raccogliere in quantità. Chi infine ha seguito la coltura fino al momento fisiologico per la molitura è stato costretto ad applicare insetticidi appositi al fine di arginare le perforazioni e le conseguenti alterazioni della polpa e dell'olio.

Gli insetticidi utilizzabili su olivo non sono poi infiniti. In banca dati Fitogest.com si possono reperire infatti 55 differenti formulati autorizzati per lo meno sulla coltura, molti dei quali basati però su sostanze attive uguali o molto simili per modo d'azione. A parte piretro naturale, spinosad e Beauveria bassiana, applicabili anche da chi segua olivicoltura biologica, si contano poi alcuni piretroidi di sintesi, come deltametrina, cipermetrina e lambda-cialotrina, ma anche esteri fosforici come clorpirifos, dimetoato e fosmet. Non manca neppure il neonicotinoide, come imidacloprid.

Non tutti questi possono però essere impiegati a piena chioma, vuoi per motivi di scarsa o nulla selettività verso gli organismi non bersaglio, vuoi per l'elevata residualità nell'olio. I metodi possono quindi differire di molto: dalle trappole con esche attivate, alle applicazioni di campo a tutta chioma di una ristretta selezione delle molecole sopra menzionate, le quali devono però fare i conti con gli intervalli di sicurezza specifici per ogni prodotto, la cui etichetta è quindi bene seguire molto attentamente anche per verificare l'effettiva registrazione su mosca, non solo sulla coltura.  

Infine, sono 16 le differenti opzioni fra cui scegliere per seguire l'approccio della cattura massale, una pratica che consente di mantenere bassa la popolazione senza gravare sul bilancio finale in termini di residui. Va da sé che un corretto approccio integrato alla coltura debba tenere conto anche di queste opportunità.


Gli strumenti appaiono quindi sufficienti, a patto di sapere cosa utilizzare e quando intervenire, momento che va stimato con apposite e periodiche visite in campo al fine di annotare le primissime olivine che presentino tracce di ovideposizione.

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