martedì 18 ottobre 2016

Le attese del Sud sul decreto per l'etichettatura di latte e derivati

L'obbligo per tutti di indicare la provenienza del latte diventa un'arma in più per difendere i pecorini sardi e le mozzarelle di bufala campane.
Lo schema di decreto sull’etichettatura del latte e dei formaggi, che a Bruxelles non ha ricevuto osservazioni, e che dovrebbe diventare norma cogente in Italia dal primo gennaio 2017, ha creato già molte aspettative nel mondo agricolo e non solo nel comparto del latte vaccino, ma anche e soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia, caratterizzate da altre filiere.

Se le industrie di trasformazione sono perplesse, perché il sistema una volta implementato darà oggettivamente una stretta ai sistemi di tracciabilità e al rapporto tra questi e l’etichettatura, il mondo agricolo meridionale vede nel decreto un traguardo, una sorta di occasione per rilanciare non solo le produzioni lattiere locali, ma anche un sistema per difendere meglio i formaggi Dop, che pure sono già tracciati, offrendo a questi ultimi l'arma di una maggiore differenziazione da analoghi prodotti non tutelati.

"E' una giornata storica per gli allevatori e per i consumatori – commenta il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu – che adesso saranno tutelati dalle etichette trasparenti che ci diranno dove è stato munto e trasformato il latte. Un risultato fondamentale per la Sardegna dove mungiamo il 67% del latte ovino italiano, il 45% di quello caprino e oltre 200milioni di litri di latte vaccino. Abbiamo l'arma che ci serviva per tutelarci dai falsi formaggi made in Italy e Sardinia, compresi quelli rumeni".

In Campania c’è attesa per il decreto, poiché finisce con il completare il pacchetto “tracciabilità filiera bufalina italiana”. Se la Mozzarella di bufala campana Dop ha da disciplinare già l’obbligo in etichetta della provenienza del latte bufalino, con il decreto etichettatura latte tutte le “mozzarelle di latte di bufala”, comunque già tracciate, dovranno aggiungere la provenienza del latte in etichetta, consentendo direttamente al consumatore di monitorare l’eventuale arrivo di latte estero. Elemento, quest’ultimo, che rafforza la leva competitiva della qualità offerta dal prodotto Dop.

Non a caso Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania dice: ”Le ripercussioni positive riguarderanno prodotti di punta come la mozzarella, ma anche la grande e ricca varietà di formaggi che si producono in tutte le province. Finalmente si mette un freno ai continui tentativi di speculazione e di imitazione. I consumatori potranno sapere sia dove il latte è stato munto, sia dove è stato lavorato.
Il consumatore sarà così libero di scegliere e i nostri allevatori potranno stare sul mercato senza la concorrenza sleale di chi spaccia per italiani e campani prodotti fatti con latte proveniente da altri paesi. Materia prima che magari viene prodotta senza il rispetto delle regole sanitarie del comparto. La zootecnia da latte riveste un importante ruolo in Campania, legato all'interazione tra monte e valle che tiene vivi i territori in termini economici e sociali".

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