giovedì 13 ottobre 2016

Prezzi agricoli, lieve rialzo a settembre

La leggera ripresa delle quotazioni segue la tendenza positiva della seconda metà dell'anno. Ecco tutti dati dell'Ismea.
Leggero rialzo dei prezzi agricoli nella seconda metà dell’anno, che prosegue anche nel mese di settembre. Secondo l’Ismea, l’indice dei prezzi si è attestato nel mese preso in esame è a 111,8: ha infatti evidenziato un dato congiunturale di crescita moderata dei listini (+2,1% rispetto ad agosto). Su base annua il calo è ancora significativo (-8,6%), infatti a settembre 2016 l’indice aveva registrato un piccolo dei prezzi agricoli e di conseguenza il confronto risulta sfavorevole.

La dinamica ribassista è stata più marcata per i prodotti delle coltivazioni (-13%), mentre i prezzi dei prodotti zootecnici hanno mostrato una migliore tenuta (-3,6%). Meno marcato l’andamento ribassista secondo l’indice core (-7,1%). Questo indicatore, elaborato dall’Ismea escludendo le componenti stagionali e con quotazioni più variabili, ha infatti il vantaggio di cogliere la tendenza di fondo dei prezzi agricoli. La flessione dei prezzi all’origine si riflette sui prezzi al consumo di beni alimentari e bevande.

Si è arrestata la crescita propulsiva dei prezzi degli alimentari non lavorati, ora pari allo 0,4%, mentre i pezzi della componente dei prodotti lavorati hanno riportato una variazione deflativa (-0,1%). Il dato tendenziale per i prezzi delle coltivazioni riflette dinamiche eterogenee dei vari segmenti produttivi. Continuano i forti cali nelle quotazioni dei cereali (-18,5%), così come gli olii e grassi vegetali (-25%), con il prezzo dell’olio che perde 28,3%. Tra i prodotti più stagionali calano quasi tutti gli ortivi, ad eccezione delle zucchine (+8%).

Positivo invece il confronto annuo per le colture industriali (+8%) i semi oleosi (+5,6%). Per quanto riguarda la frutta, la crescita a +11,1% riguarda in particolare i limoni e la frutta a guscio. Sul fronte della zootecnia la tendenza risulta meno deflativa, beneficiando di una congiuntura relativamente favorevole al settore. Scende il prezzo del bestiame vivo (-2,2%), mentre il suino è l’unico allevamento a distinguersi per una crescita tendenziale del prezzo dell’animale (+13%).

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