mercoledì 30 marzo 2016

FOGLIE TV - L’Accademia in Campo di Basf: promuovere e divulgare conosce...



Nuovo appuntamento con l'Accademia in campo di Basf presso Masseria Sanrà a Noicattaro. Consapevole che le crescenti sfide nel mondo agricolo richiedano una formazione tecnica e imprenditoriale d’eccellenza, BASF ha progettato un vera e propria “Esperienza Accademica”, che supera la semplice promozione dei prodotto per tramutarsi in uno strumento di valore per chi vuole essere agricoltore. In quest'ambito si è collocata la giornata che è stata articolata in momenti di formazione e di divulgazione riguardanti le modalità per la gestione sostenibile del vigneto.

martedì 29 marzo 2016

FOGLIE TV - Alla scoperta dell’uovo con l’associazione CiboAcculturarsi



Presso Villa Morisco, prima del periodo pasquale, l’associazione CiboAcculturarsi ha informato i soci intervenuti su tutte le caratteristiche culturali, nutrizionali e salutari dell’uovo. Abbiamo ascoltato il presidente Pasquale Montemurro, la professoressa Giuseppina Tantillo e Laura Dell’Erba.

Foglie entra a far parte ufficialmente nel Centro Media Regionale


La Regione Puglia, con deliberazione della G.R. n. 543 del 24.03.2011: “Linee guida di indirizzo per le attività di comunicazione istituzionale dei settori della Regione Puglia – Piano di Comunicazione 2011” ha istituito il Centro Media Regionale per la pubblicità istituzionale e per i progetti di informazione istituzionale attraverso i media come FOGLIE che è stata inserita nelle categorie: giornali periodici, web tv e siti web.

venerdì 25 marzo 2016

FOGLIE TV - Assoproli Bari organizza corso su prevenzione diffusione del...



Assoproli Bari e l'oleificio cooperativo coltivatori diretti produttori di Ostuni hanno organizzato un corso informativo sulle attività di prevenzione alla diffusione della Xylella fastidiosa e contenimento del Codiro con l'illustrazione delle linee guida della Regione Puglia.

mercoledì 23 marzo 2016

Coldiretti, a Bari per difendere l'agricoltura italiana


A Bari gli agricoltori sono scesi in strada per difendere i prodotti italiani. In migliaia protestano "per difendere l'agricoltura italiana che rischia di scomparire lungo la Penisola a causa di una crisi senza precedenti con crolli dei prezzi al di sotto dei costi di produzione in settori chiave del Made in Italy", come spiega la Coldiretti in una nota. Gli agricoltori vogliono "subito l'etichettatura di origine degli alimenti" e denunciano: "Chi attacca il Made in Italy attacca l'Italia". È stata anche apparecchiata una enorme tavola "per svelare i trucchi e gli inganni nel momento di fare la spesa, dai formaggi al vino dall'olio a pomodoro fino alle vongole. Ma è anche stato installato un molino, un frantoio e si inizia a preparare l'autentica mozzarella". Nel mirino della manifestazione organizzata dalla Coldiretti c'è anche la scelta europea di togliere la data di scadenza dell`olio di oliva "per favorire lo smaltimento delle vecchie scorte a danno dei consumatori". Di fatto si tratta di "una norma che favorisce lo smaltimento di olio vecchio e - spiega la Coldiretti - fa invece venir meno una importante misura di salvaguardia per il consumatore, poiché numerosi studi hanno dimostrato che con il tempo l`olio di oliva modifica le proprie caratteristiche". Con l`invecchiamento - "l'olio comincia a perdere progressivamente tutte quelle qualità organolettiche che lo caratterizzano (polifenoli, antiossidanti, vitamine) e che sono alla base delle proprietà che lo rendono un alimento prezioso per la salute in quanto rallentano i processi degenerativi dell`organismo". Secondo la Coldiretti è necessario mantenere il termine minimo di conservazione, prevedendo una possibilità di deroga solo qualora il produttore adotti ulteriori accorgimenti per la conservazione organolettica del prodotto, da riportare in etichetta. Sarebbe "importante introdurre l`obbligo dell`indicazione in etichetta dell`annata della raccolta" Ma il disegno di legge europea 2015 rischia di modificare in peggio l`etichettatura degli oli di oliva, abrogando le norme che prevedono che "l`indicazione dell`origine delle miscele di oli di oliva deve essere stampata à con diversa e più evidente rilevanza cromatica rispetto allo sfondo, alle altre indicazioni e alla denominazione di vendita", con l`effetto - denuncia la Coldiretti - di attenuare i livelli di tutela nella commercializzazione dell`olio di oliva. "Un danno per i consumatori ed i produttori in un Paese come l`Italia che è il primo importatore mondiale di olio di oliva che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all`estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri", ha spiegato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo.

FOGLIE TV - L' olivicoltura biologica internazionale con la 21ma edizion...



Evo always healthy, extravergine sempre sano. E' lo slogan che quest'anno porta il Salento sotto i riflettori dell'olivicoltura biologica internazionale con la 21ma edizione del Premio Biol. Il taglio del nastro è avvenuto questa mattina, sabato 19 marzo, al Must di Lecce alla presenza dell'Assessore regionale allo Sviluppo economico e al Turismo Loredana Capone, insieme a Gaetano Paparella, coordinatore della rassegna, realizzata dal Consorzio Italiano per il Biologico e promossa dalla Camera di Commercio di Bari. Nelle sale del polo museale leccese inaugurata anche la grande mostra "Un mondo d'olio". Al via dunque la manifestazione e il concorso che vede in lizza oli provenienti da tutto il mondo, valutati da una giuria internazionale composta da 25 esperti. La rassegna rappresenta un omaggio doveroso alla pianta dell'ulivo, simbolo della Puglia, fortemente radicato nella cultura e nella tradizione salentina. Il Biol con 3300 assaggi e 60 oli selezionati per la fase finale, ha scelto la Capitale del Barocco e il Salento come ulteriore sfida per sfatare il pregiudizio che l'olio sia connesso al virus della xylella. Gli oli selezionati per la fase finale rappresentano una grande occasione di confronto che stimola la crescita e la cultura alimentare. Particolare attenzione quella dedicata anche al marketing e al packaging, oltre che alla qualità, al fine di creare una catena di distribuzione in grado di rappresentare l'olio pugliese nel modo migliore. Il premio Biol non è solo una vetrina d'eccellenza ma vuole essere il punto di partenza per rilanciare nuove idee di sviluppo del settore olivicolo, mettendo in rete coltivatori, distributori e ristoratori al fine di migliorare sempre più l'offerta e la qualità di olio extravergine, con il sostegno delle istituzioni.

martedì 22 marzo 2016

FOGLIE TV - Seminario “Quale futuro per l’Olivicoltura salentina”



L’olivicoltura pugliese attraversa un periodo storicamente difficile, ma gli agricoltori non si rassegnano, anzi, rivendicano un ruolo di protagonisti nell’economia pugliese e nazionale. Il messaggio arriva dal seminario “Quale futuro per l’Olivicoltura salentina” promosso da Apol (Organizzazione di Produttori Olivicoli), che si è svolto a Lecce presso l’Hotel Hilton Garden al quale ha partecipato il presidente nazionale CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) Dino Scanavino.  
“Noi abbiamo l’olio pugliese, abbiamo l’olio italino e pretendiamo che il consumatore lo possa riconoscere quando va a fare acquisti - ha detto Scanavino – noi non possiamo pagare per gli embarghi o per altre decisioni politiche, come agricoltori siamo solidali per natura, ma non possiamo pagare da soli per i problemi della Tunisia, Marocco e Turchia. E’ un interesse nazionale che l’agricoltura ci sia e sia forte e strutturata”.
Obiettivo dell’incontro è stato quello di sensibilizzare le istituzioni, i produttori e le organizzazioni a definire scelte strategiche comuni per il futuro dell’olivicoltura. 
“Le fitopatie degli alberi si possono combattere e in alcuni casi ci si può convivere senza avere ripercussioni sulla produzione dell’olio e sulla sua qualità” lo ha dichiarato il vice presidente CIA Puglia Giulio Sparascio il quale chiede alla politica regionale una presa di posizione rispetto alle imposizioni comunitarie. “L’agricoltura è fatta di solidarietà - ha sottolineato Sparascio - Noi non abbiamo nulla contro Tunisi, rivendichiamo però un nostro ruolo che tuteli l’agricoltura del territorio. L’olio tunisino è arrivato in un’annata, tra l’altro, ottima per la produzione dell’olio pugliese”
Sono 11 milioni gli alberi di olivo nel Leccese, 70 milioni quelli presenti in Puglia, con questi numeri l’agricoltura pugliese si pone come la soluzione delle problematiche legati alla crisi economica, non come un problema, in attesa dell’ufficializzazione del nuovo piano Siletti e delle linee guida da adottare per garantire la tutela del comparto e alla difesa dalle fitopatie.

lunedì 21 marzo 2016

Arysta, meeting su nuove proposte tecniche per la Vite da Vino a Cantine Due Palme

Meeting Arysta LifeScience Italia
Proposte tecniche per la Vite da Vino
Giovedì 31 marzo 2016, ore 19.00
Presso CANTINE DUE PALME - CELLINO SAN MARCO - (BR)
Presentazione del Catalogo Arysta 2016
Linea fisioattivatori Goёmar
Relatori
P.A. Giovanni Caroppo, Agente di zona / Arysta LifeScience Italia
Lorenzo Tolotti, Technical Manager / Arysta LifeScience Italia

Dott. Marco Rigato, Area Manager Arysta LifeScience Italia

venerdì 18 marzo 2016

FOGLIE TV - Incontro per il Comitato di Sorveglianza del nuovo PSR Puglia



Oltre otto ore di discussione hanno caratterizzato il primo incontro del Comitato di Sorveglianza del nuovo Piano di Sviluppo Rurale della Regione Puglia tenutosi a Bari presso Villa Romanazzi, mercoledì 16 marzo. Un incontro tra le Istituzioni -  Regione Puglia, Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Commissione Europea Direzione generale dell'Agricoltura e dello sviluppo rurale -  e associazioni di categoria per analizzare i criteri di aggiudicazione dei bandi che saranno pubblicati nell’ambito della programmazione 2014-2020,  le candidature di proposte progettuali e la metodologia per l’attuazione dei fondi del programma ai soggetti operanti sul territorio.  
Un tavolo di confronto che, attraverso un approccio partecipativo, ha permesso di analizzare tutti i punti del Programma, basato sulle linee guida dettate dalla Commissione Europea: tante le novità a partire da ‘Priorità e Focus Area’ che hanno sostituito gli Assi della vecchia programmazione e l’introduzione opzionale di sotto-programmi tematici per risponde a specifici bisogni. 
Associazionismo e cooperazione, sviluppo locale e ambiente, alcune delle parole chiave che accompagneranno gli addetti ai lavori nel percorso di sviluppo rurale.

PMI agricole 3.0, 80% chiede innovazione ed è informatizzato

"Le PMI agricole hanno fame di sviluppo ed innovazione" e non solo, "sono informatizzate e prediligono fare rete". I numeri parlano chiaro: l'80% è interessato alle attività di ricerca e innovazione, altrettante usano sistemi informatici, 3 su 4 ritengono le reti di aggregazione "vantaggiose, tra marketing e competitività". E' quanto emerso dall'indagine "Fabbisogni di ricerca e sviluppo nel settore primario" di FNIFC, Federazione Nazionale dell'Impresa familiare Confagricoltura e PRIA, Progetti di Ricerca e Innovazione in Agricoltura, condotta tra aprile e settembre 2015 su un campione di 130 imprese, presentata questa mattina a Roma presso Palazzo della Valle.
Secondo l'indagine l'interesse per ricerca e innovazione cresce con l'innalzarsi del titolo di studio dell'imprenditore.
"Una spinta motivata - spiega Roberto Poggioni presidente FNIFC - anche dalla volontà di rispondere in modo efficace ai consumatori e ai fornitori per mantenersi concorrenziali con aspettative tra incremento quali-quantitativo e riduzione dei costi di produzione, e aumento del valore aggiunto del prodotto". Tra chi è restio emergono: mancanza di figure professionali ad hoc in azienda e di risorse economiche, scarso interesse/utilità. Tra i fattori agevolanti: collaborazione tra aziende o Università, centri di ricerca e l'accesso ad agevolazioni finanziarie; il 68% delle imprese intende realizzare progetti in cooperazione e utilizzare anche fondi FEASR (87%). Per quanto riguarda i sistemi informatici: sono usati nella gestione aziendale (per 84% delle imprese), per contabilità e amministrazione (70%), tra chi non ne fa uso, il 61% intende farlo in futuro. L'88% non utilizza Internet nelle attività.

Solo il 42% ha un sito web e il 34% fa e-commerce

A Bari nasce 'In oleo veritas',il Dna dell'extravergine

Mettere a disposizione del consumatore "il Dna dell'olio extravergine di oliva" elaborato attraverso "l'innovativo sistema di tracciabilità analitica" 'In oleo veritas', "messo a punto per la prima volta in Italia" dall'azienda speciale della Camera di Commercio di Bari, il laboratorio Samer, e da uno 'spin off' del Politecnico del capoluogo pugliese per "contrastare le numerose frodi" ma anche per limitare eventuali rischi legati all'arrivo dell'olio dalla Tunisia in Italia deciso dell'Ue. Lo hanno sottolineato oggi a Bari i presidenti della Camera di Commercio e della Samer, Alessandro Ambrosi e Umberto Bucci, il consulente scientifico del progetto, Vito Gallo, e il segretario generale di Unioncamere Puglia, Angela Partipilo. Il costo delle analisi è di cinquecento euro ma i produttori di olio extravergine iscritti alla Camera di Commercio potranno partecipare a un bando e ottenere la copertura quasi totale dei costi: 400 euro. Il pacchetto, ha spiegato Gallo, "include le analisi tradizionali, un pacchetto sicurezza che controlla che non ci siano pesticidi, e poi i due strumenti innovativi: quello di identità, che garantisce il riconoscimento del lotto di produzione in qualunque parte del mondo; e lo strumento di stabilità, che è in grado di verificare il rispetto del profilo metabolico dell'olio anche dopo la sua commercializzazione.

Sulle bottiglie sarà apposto anche un 'Qr code', cioè un codice da inquadrare con uno smartphone per accedere online a tutte le informazioni disponibili sulla piattaforma 'inoleoveritas.it'.

Olio tunisino, senza imposte via libera a 35mila tonnellate

Con il voto favorevole, in seconda e definitiva lettura, del Parlamento europeo, è stato dato il via libera all’ulteriore importazione, sempre a dazio zero, nell’Ue di olio d’oliva tunisino in aggiunta all’attuale contingente. L’Assemblea plenaria del Pe ha approvato quasi all’unanimità con 500 voti favorevoli, 107 contrari e 42 astenuti, la proposta della Commissione di aumentare di 35mila tonnellate all’anno il contingente d’importazione di 57mila t oggi vigente, per venire incontro alla grave situazione politica in cui versa il paese africano dopo i ripetuti attacchi terroristici che ne compromettono l’economia. La decisione dell’Assemblea è intervenuta a sorpresa in quanto il Parere della Commissione agricoltura aveva dato concrete speranze ad una riformulazione della proposta della Commissione con tempi di attuazione prolungati nel tempo. Ed invece una lettera della presidenza di turno olandese del 28 febbraio scorso ha dato il via libera degli Stati membri – inclusa l’Italia – al nuovo testo, e ha accelerato a sorpresa i tempi e spinto l’Assemblea di Strasburgo a cambiare l’ordine del giorno per inserire immediatamente il voto del provvedimento in agenda. Una decisione soprattutto politica, quanto mai apprezzabile, ma fatta esclusivamente sulla pelle degli olivicoltori comunitari e soprattutto di quelli italiani e greci, principali paesi destinatari delle esportazioni tunisine. La proposta della Commissione è infatti stata sostenuta con estremo vigore dal Commissario italiano Francesca Mogherini a capo della politica estera comunitaria e a nulla sono servite le pressioni di tipo tecnico ed economico sull’esecutivo comunitario. Certo l’import di altre 35mila t avrà quanto meno un effetto calmierante sul mercato comunitario e in particolare su quello italiano che non vive una delle migliori stagioni. Gli euro deputati che hanno votato contro, costituiti soprattutto da italiani, spagnoli e greci, non si sono fatti convincere neppure dal parere espresso dalla Commissione agricoltura dello stesso Pe che aveva posto qualche paletto al sistema d’importazione dell’olio tunisino.
Una suddivisione mensile

Le importazioni di tali quote extra, secondo il parere della Comagri saranno per ora limitate a due anni e non saranno prolungabili oltre il 2017. La Commissione si è impegnata a prevedere una suddivisione mensile delle 35mila tonnellate annue in più, quando verrà il momento di scrivere il regolamento attuativo del provvedimento. A queste misure si aggiunge l’obbligo di tracciabilità delle merci per verificare che i dazi zero si applichino “solo all’olio d’oliva effettivamente prodotto in Tunisia”, così da evitare “l’invasione” dell’olio extra-Ue. Il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, ha commentato: «Rimango fermamente contrario a qualsiasi aumento permanente del contingente di olio tunisino. Come Mipaaf abbiamo posto delle condizioni chiare sull’attuazione e sulle quote mensili dei contingenti e su questi punti non intendiamo cedere». La Commissione ha assicurato che non ci saranno rischi, anche perché l’Ue ha necessità di importare. Viste le ridotte produzioni dell’annata si ritiene che tale quantità «non consentirà agli stock Ue di recuperare, rimanendo ben al di sotto la media storica».

giovedì 17 marzo 2016

Foglie entra ufficialmente in Dialogòi, il Distretto Produttivo della Comunicazione dell’Editoria


La G.Ed.A. società editrice di  FOGLIE entra ufficialmente in Dialogòi il Distretto Produttivo della Comunicazione dell’Editoria, dell’Industria Grafica e Cartotecnica. Il distretto è stato ufficialmente riconosciuto dalla Regione Puglia con Delibera della Giunta Regionale n.1701 del 19 luglio 2010. Esso fa parte dei 18 Distretti regionali istituiti e riconosciuti dall’ente Regione. Ora Dialogòi è anche online su www.dialogoi.it con news, appuntamenti, progetti. Da oggi Dialogoi moltiplica le sue interazioni attraverso il nuovo sito internet per gli associati, i partner, più in generale, per i visitatori interessati. Per raggiungere tutti più facilmente e produrre contenuti, condividere idee e opportunità. Ma anche per essere visibili e riconoscibili. Presente e futuro assieme. Tutto quello che le quattro “anime” del Distretto, comunicazione, editoria, industria grafica e cartotecnica, producono, vogliono, creano. E ancora, le interazioni con le Università, con Unioncamere, con le reti di impresa italiane e internazionali. Assieme al sito, rinnovata anche la veste grafica della newsletter, DIALOGOiNFORMA, che continuerà a informare, appunto, e a raccontare quanto il Distretto produce, veicolando, soprattutto, le opportunità di business del sistema regionale.

giovedì 10 marzo 2016

Il simposio internazionale dell'uva sposa Fruit&Veg System

Agrifood Consulting, in collaborazione con Veronafiere, è ufficialmente il co-organizzatore dell'8mo Simposio Internazionale dell'Uva da Tavola che avrà luogo in Italia, tra Puglia e Sicilia, dal 3 al 7 ottobre 2017.

L'accordo è stato formalizzato nei giorni scorsi e permetterà all'azienda veronese di aggiungere un altro importante tassello al progetto Fruit&Veg System, l'innovativo evento B2B dedicato al settore ortofrutticolo che debutterà a Veronafiere dal 4 al 6 maggio prossimi.
In questa occasione infatti il Simposio sarà presentato con un incontro previsto per il giorno 6 maggio nell'area Forum del Padiglione 4, a margine del quale si terrà anche una tavola rotonda alla quale parteciperanno esponenti del mondo della ricerca, produttori e player del mercato in rappresentanza di tutta la filiera.

"Quella con Agrifood Consulting è una collaborazione strategica – ha spiegato Vittorino Novello, professore ordinario di Viticoltura all'università di Torino nonché uno dei tre convener del Simposio – perché ci permetterà di presentare l'ottava edizione di questo appuntamento mondiale dedicato all'uva da tavola nell'ambito di una vetrina internazionale che punta sulla qualità, sull'export e sulla necessità di fare sistema".

In questo senso a Verona, e per la prima volta, il mondo della ricerca tenderà una mano alla filiera dell'uva da tavola con l'intento di creare una sinergia, un momento di confronto generale in cui tutti gli attori del settore potranno dare un proprio contributo per segnalare temi, problematiche, elementi di criticità e in genere per offrire spunti che saranno poi approfonditi nel corso della prossima edizione del Simposio.

"L'idea – spiega Laura De Palma, professore ordinario di Viticoltura all'università di Foggia nonché una dei tre convener del Simposio – è quella di fare sistema, di mettere insieme la ricerca scientifica con il mondo della produzione, dell'industria, del mercato e della commercializzazione avendo a cuore l'interesse del territorio e le ricadute positive che si avranno se questo sistema funziona. In questo senso pensiamo che Fruit&Veg System rappresenti la sintesi migliore della volontà non solo di internazionalizzare ma di fare squadra a livello di Paese".

Tanti i temi caldi che stanno accendendo il dibattito di attualità all'interno del settore e che potrebbero trovare sede di dibattito all'interno del Simposio: ci sono i cambiamenti climatici, ad esempio, che spingono i grandi player del mercato mondiale a riadattare le proprie colture, o anche le problematiche legate alle difese della pianta, le tecniche colturali, le principali questioni nutrizionistiche, o le criticità legate alla fase di trasporto, conservazione o trasformazione.


"Si tratta – precisa il terzo dei convener, Rosario Di Lorenzo, professore ordinario di Viticoltura all'università di Palermo – di un'occasione di estrema importanza per il comparto dell'uva da tavola che può a ragione affermare il suo ruolo centrale nell'agroalimentare italiano, ruolo che, forse, negli ultimi anni è stato un po' messo in discussione. Sarà anche un'occasione di confronto importante con i colleghi che vengono dai principali Paesi produttori, ma anche con i tecnici e con tutti gli operatori del comparto. Il nostro obiettivo sarà quello di valorizzare il sistema produttivo italiano, per lo più concentrato nelle Regioni di Puglia e Sicilia con l'intento di coinvolgere tutti e non escludere nessuno. In quest'ottica riteniamo l'agreement con Agrifood Consulting e Veronafiere, estremamente importante poiché condividiamo la logica e la visione del loro evento Fruit&Veg System".

mercoledì 9 marzo 2016

Giovani e agricoltura, ecco i nuovi bandi per i contributi


Al via il “tour” di Coldiretti per illustrare ai giovani le opportunità offerte dai bandi Ismea, per il primo insediamento e il ricambio generazionale in agricoltura. Un pacchetto di strumenti che i tecnici di Coldiretti presenteranno ai tantissimi giovani interessati a lavorare nel settore agricolo. “Il primo passo fondamentale è informare correttamente i giovani sulle opportunità a loro disposizione – spiega il direttore di Coldiretti Salerno, Enzo Tropiano – lo strumento senza dubbio più interessante è quello del primo insediamento che andrà a premiare i tanti giovani che intendono investire per la prima volta in un’azienda agricola ma ci sono anche misure rivolte a giovani che vogliono subentrare in azienda e a coloro che sono già conduttori ma intendono presentare un progetto di sviluppo e consolidamento delle proprie attività”. Sono i giovani di età compresa tra i 18 e i 40 anni non compiuti, anche organizzati in forma societaria, i beneficiari dei bandi Ismea relativi alle misure in favore dell’autoimprenditorialità e del ricambio generazionale in agricoltura. “Abbiamo verificato grande interesse da parte di tanti giovani e giovanissimi – conclude Tropiano – parliamo di un concreto sostegno alla competitività della nostra agricoltura grazie anche all’operatività delle misure del pacchetto Generazione Campolibero che prevede mutui a tasso zero, fondi per supportare la nascita e lo sviluppo di start up agri-food, ma anche più innovazione con il credito di imposta per il commercio elettronico di prodotti agroalimentari”.

In Italia braccia restituite all’agricoltura

C’era una volta l’immagine di campagne vuote, spopolate e in stato di abbandono, un lavoro faticoso, antiquato e che rendeva poco, con i giovani che correvano numerosi verso le grandi città ricche di possibilità e lavoro. Bene, oggi questo fenomeno è in controtendenza, merito dell’agroalimentare Made in Italy che va forte sia da noi che nel resto del mondo, e spinge sempre più persone in cerca di occupazione a sfruttare le risorse della terra utilizzando strumenti nuovi e guardando al futuro ripopolando le campagne.
Gli incentivi
Merito anche del Ministero delle Politiche Agricole, che con massicci investimenti sta spingendo nella direzione giusta stanziando a breve ben 160 milioni di euro a favore dell’imprenditoria giovanile, desiderosa di investire sulla terra. 20 Mln per finanziare start up nel settore agricolo, agroalimentare e pesca, altri 80 per mutui a tasso zero a copertura di investimenti fatti in azienda, un bando da 70, infine, per mutui a tasso agevolato per comprare imprese agricole da parte dei ragazzi che vogliono tentare l’avventura lontano dalle città.
A loro supporto i giovani di Coldiretti hanno messo in piedi una apposita task force che opera anche a livello territoriale per sostenere chi vuole intraprendere questa nuova strada con tutte le informazioni preziose, e hanno anche creato figure come tutor, corsi di formazione e consigli utili per l’accesso al credito. Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti, ha affermato che “abbiamo di fronte una occasione forse irripetibile per sostenere il grande sforzo di rinnovamento dell’agricoltura italiana e per rendere competitive le imprese. L’importanza del dialogo con la pubblica amministrazione, per rendere più agevole e veloce l’accesso alle misure previste dai Piani, è diventato quindi fondamentale”.
I numeri del cambiamento
Sono tante le politiche messe in atto per rilanciare un fenomeno che sta prendendo piede già a partire da che tipo di scuola i nostri adolescenti scelgono.
Il nostro giornale già ha parlato del boom negli ultimi anni di istituti e corsi di laurea che addestrano al cibo e all’accoglienza. Una generazione di cuochi, sommelier, maitre, concierge, agronomi, contadini sta crescendo consapevole che il nostro destino non sia quello di arricchirsi con la grande industria, una via erroneamente percorsa a causa dell’autarchia prima e del boom economico poi, ma cavalcando ciò che sappiamo fare meglio, è cioè sfruttare le risorse che provengono direttamente dal nostro suolo e l’ospitalità che noi italiani sappiamo dare.
Non è sulla quantità che dobbiamo investire, è sulla qualità.
Un rinfrancante +44% di giovani che vogliono sporcarsi le mani e si preparano a farlo negli istituti tecnico-professionali impegnati in questa delicata area del sapere è il segnale che qualcosa si muove in Italia, dopo un decennale immobilismo. Lo hanno capito anche i nostri politici ed imprenditori, che hanno dedicato al food l’Expo milanese del 2015.
In questo settore, in un periodo di crisi, è stata riscontrata nuova occupazione: 35mila posti di lavoro creati nell’arco di un anno, quasi 20mila tra gli under 30 (+12,7%) che alzano la percentuale al 5% delle imprese agricole gestite dai giovani, che in Europa tocca l’8%.
E ce ne saranno migliaia di altri, grazie all’approvazione da parte della Commissione Europea di tutti i Piani di Sviluppo Rurale presentati dall’Italia, interventi rivolti ai giovani agricoltori tra 18 e 40 anni non compiuti che possono giovare fino a 70.000 euro a fondo perduto per iniziare l’attività, oltre a un contributo sugli investimenti aziendali che può arrivare sino al 60%.
Mestieri vecchi e nuovi, tutti con strumenti innovativi
Giovani che si sono lanciati nel campo dell’agroalimentare, impegnati a piazzare con i potenti e moderni mezzi di comunicazione e dell’e-commerce le eccellenze che sforniamo, specializzati nell’offerta turistica e nella cosiddetta “green economy”.
Si sono accorti che il mercato, con l’ingresso dei paesi emergenti, è irrimediabilmente cambiato. Non ha più senso investire nella grande industria, siamo il paese delle piccole e medie imprese, radicate nel territorio e che tutto il mondo ci invidia. Se non fosse per uno Stato così repressivo in termini fiscali, le energie giovani che non trovano spazio per esprimersi già si sarebbero liberate ed avrebbero espresso il loro enorme potenziale.
La politica come al solito giunge in soccorso con allarmante ritardo, ed è così che il Ministero delle Politiche Agricole ha incrementato del 25% per 5 anni gli aiuti che provengono dall’Europa alle aziende trainate dai giovani.
Discorso a parte lo meritano le donne: le statistiche infatti parlano di un +76% nel 2015 di under 34 femmine che hanno scelto di lavorare in agricoltura come imprenditrici o più semplicemente come socie di cooperative. Una crescita tripla rispetto all’universo maschile, sulla basa dei dati forniti dall’Istat. L’incremento, dunque, è sensibilmente rosa e si giova soprattutto della creatività nel reinventarsi un lavoro miscelandolo sapientemente con l’innovazione di questi ultimi anni, modernizzazione che non ha risparmiato il campo agricolo, forse il più arcaico e tradizionalista nell’immaginario collettivo.
Dalle sperimentazioni sono nate infatti frutta e verdura d’eccellenza, cibi sopraffini, bevande nuove, mestieri poco praticati prima come quello della trasformazione aziendale dei prodotti, la vendita diretta dei frutti della terra, le docenze presso le fattorie didattiche (strano ma vero, i nostri bambini spesso hanno visto di più una tigre che una gallina) e gli agriasilo, ma anche come avere cura dell’orto e insegnare a cucinare prodotti freschi provenienti direttamente dalla campagna, praticare l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, i detenuti e i tossicodipendenti, oppure la manutenzione di parchi, giardini, l’agribenessere e la produzione di energie rinnovabili. Ebbene, il 70% delle imprese under 35 opera in attività come queste.
Una nuova generazione
Decine di migliaia di nuovi contadini, allevatori, pescatori e pastori, gente che rappresenta una vera e propria “new generation” vettrice di crescita del nostro settore agroalimentare per merito di una efficace trasfusione di nuove tecniche ed una acquisizione di modalità produttive che favoriscono l’occupazione.
“C’è un intero esercito di giovani che ha preso in mano un settore considerato vecchio, saturo e inappropriato per immaginare prospettive future e ne ha fatto un mondo di pionieri, rivoluzionari, innovatori e attivisti impegnati nel costruire un mondo migliore per se stessi e per gli altri”. Queste le parole di Maria Letizia Gardoni, delegata dei giovani di Coldiretti che ha sottolineato come “dai campi non viene solo una risposta alla disoccupazione e alla decrescita infelice del Paese, ma anche una speranza alla sconfitta dei nostri coetanei, che sono costretti ad espatriare e a quella di chi a 50 anni si ritrova senza lavoro, senza certezze, ma con una vita già costruita da riposizionare”.
Un antidoto alla cosiddetta “fuga dei cervelli” costantemente in atto in Italia. Giovani laureati che studiano qui e sono costretti ad emigrare altrove per cercar fortuna e mettere in pratica quei saperi assorbiti nelle nostre università.
Chi non si vuole allontanare e non ha avuto in eredità un pezzo di terra, in modo da poter dare continuità all’azienda familiare, è considerato una new entry del settore, gente che ha scommesso e investito sull’agricoltura e magari ha anche in tasca una laurea.
La Coldiretti quantifica in ben la metà i contadini di prima generazione, che hanno preso l’agognato pezzo di carta e si sono trasferiti lontano dalle città. Molti trasmettono nell’attività che svolgono il proprio know-how innovativo e la loro professionalità e i risultati danno loro ragione anche in termini di apprezzamento del nuovo stile di vita decisamente più salutare.
Sempre secondo Coldiretti “le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più”.

Un tempo si diceva che tanti ragazzi non erano altro che “braccia rubate all’agricoltura”. Ebbene, quelle braccia stanno tornando nei campi, ma supportate da tante altre qualità.

Come leggere l’etichetta dell’olio di oliva evitando le frodi

Dal 13 dicembre 2014 è entrato in vigore il Regolamento europeo 1169/2011, che disciplina le etichette alimentari in generale e per il settore oleario rende obbligatorie alcune informazioni riguardanti il prodotto e le modalità di inserimento in etichetta.
Il CRA (Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura) per facilitare il consumatore ha pubblicato una guida per leggere le etichette di olio e vino.
Partendo dal presupposto che le etichette devono essere chiare, leggibili e indelebili, cerchiamo di fare chiarezza e spiegare cosa dobbiamo o possiamo trovare sulle confezioni di olio e come dobbiamo leggere tali indicazioni.

Leggere etichetta dell'olio

Indicazioni obbligatorie

Tra le informazioni che il produttore o confezionatore inserisce in etichetta, ve ne sono diverse obbligatorie:

DENOMINAZIONE DI VENDITA:
- olio extra vergine di oliva è la denominazione per olio di categoria superiore ottenuto direttamente dalle olive e solo mediante procedimenti meccanici;
- olio di oliva vergine per olio di oliva ottenuto direttamente dalle olive e solo mediante procedimenti meccanici ma non di categoria superiore;
- olio di oliva composto da oli raffinati e da oli di oliva vergini per olio contenente oli di oliva che hanno subito un processo di raffinazione insieme ad oli ottenuti direttamente dalle olive;
- olio di sansa di oliva per olio contenente esclusivamente oli derivati dalla lavorazione della sansa, cioè il prodotto ottenuto dal processo di estrazione dell’olio d’oliva e composto dalle buccette, dai residui della polpa e dai frammenti di nocciolino.
- la designazione dell’origine obbligatoria solo sull’etichetta dell’olio extra vergine di oliva e dell’olio di oliva vergine:
- indica il Paese di provenienza, che può essere uno stato Membro della UE o uno Stato extracomunitario o l’intera Unione Europea;
- può essere rappresentata anche da una denominazione di origine protetta o da una indicazione geografica protetta (DOP e IGP) e deve corrispondere alla zona geografica nella quale le olive sono state raccolte e in cui è situato il frantoio nel quale è stato estratto l’olio;
Qualora le olive siano state raccolte in uno Stato membro o in un paese terzo, diverso da quello in cui è situato il frantoio, la designazione dell’origine deve esplicitare la dicitura: Olio extra vergine o vergine di oliva, ottenuto nell’Unione (o nome del paese dell’unione) da olive raccolte nell’Unione (o nome del paese dell’Unione).
- nome o ragione sociale o marchio depositato e sede del produttore o del confezionatore o di un venditore stabilito nell’Unione Europea (prodotto imbottigliato da… / prodotto da… / prodotto e imbottigliato da … / confezionato da … / distribuito da…).
- termine minimo di conservazione, che è fissato in 18 mesi ed è determinato dal produttore o dal confezionatore o, nel caso di prodotti importati, dal primo venditore stabilito nell’Unione europea, ed è apposto sotto la loro diretta responsabilità;
- deve essere dichiarata in unità di volume la quantità netta;
- da dicembre 2016 diventerà obbligatoria anche l’etichetta nutrizionale, cioè l’insieme di informazioni sulla quantità di energia e di nutrienti presenti negli alimenti;
- solitamente accanto alla quantità viene inserita anche l’indicazione metrologica, che serve a dimostrare che l’impresa confezionatrice ha seguito, per l’accertamento della quantità contenuta nella confezione, le regole previste dalla normativa cogente, che ne stabiliscono anche la forma e le dimensioni;
- una serie di numeri preceduta dalla lettera L indica il lotto, cioè l’insieme di unità di vendita di una derrata alimentare, prodotta, fabbricata o confezionata in circostanze praticamente identiche;
- la modalità di conservazione: solitamente la dicitura è conservare in luogo fresco e asciutto, lontano da fonti di luce e di calore, poichè un olio per mantenere inalterate le sue caratteristiche deve esser conservato al riparo dalla luce e dalle brusche variazioni di temperatura;
- è indicazione obbligatoria per la normativa italiana anche la sede dello stabilimento  di produzione o confezionamento;

- ultima non per importanza l’indicazione ecologica, cioè indicazioni o simboli per lo smaltimento ecologico del contenitore;

lunedì 7 marzo 2016

Con terreni biocarburanti possibile sfamare 280 mlioni di persone


Se fossero impiegati per coltivare cibo, i terreni e l'acqua attualmente usati per produrre biocarburanti potrebbero sfamare un terzo delle persone malnutrite nel mondo. Ad evidenziare l'impatto sulla sicurezza alimentare di bioetanolo e biodiesel di prima generazione - il primo ricavato da canna da zucchero, mais e grano, il secondo da olio di palma, soia e colza - è un team di ricercatori del Politecnico di Milano. Stando al loro studio, pubblicato su Scientific Reports, nel 2013 per i biocarburanti si sono utilizzati il 4% delle terre agricole e il 3% dell'acqua dolce usata nella produzione di cibo: un quantitativo di risorse naturali sufficiente a dar da mangiare a 280 milioni di persone, se impiegato per l'agricoltura. In base ai dati, nel 2013 abbiamo bruciato 65 milioni di tonnellate di bioetanolo e 21 milioni di tonnellate di biodisel a livello globale. Alla loro produzione sono stati destinati 41,3 milioni di ettari di terreni agricoli e 216 miliardi di metri cubici d'acqua. Se la produzione di biocarburanti aumentasse, come previsto, fino a rappresentare il 10% di tutti i combustibili usati nel settore dei trasporti, il pianeta potrebbe rispondere alla domanda alimentare di 6,7 miliardi di persone, a fronte di una popolazione mondiale attuale di 7,4 miliardi. Ci sarebbe cioè un deficit di cibo per 700 milioni di persone, in una situazione destinata a peggiorare col crescere del numero degli abitanti della Terra, attesi a nove miliardi già entro la metà di questo secolo.

Coldiretti, +680% import pomodoro da Cina, è allarme


Sono aumentate del 680% le importazioni di concentrato di pomodoro dalla Cina e hanno raggiunto circa 70 milioni di chili nel 2015, pari a circa il 10 per cento della produzione nazionale. E' l'allarme lanciato dalla Coldiretti, nel denunciare "il rischio concreto che il prodotto venga spacciato come Made in Italy sui mercati nazionali ed esteri per la mancanza dell'obbligo di indicare in etichetta la provenienza". "Dalla Cina - sottolinea la Coldiretti - si sta assistendo ad un crescendo di navi che sbarcano fusti di oltre 200 chili di peso con concentrato di pomodoro da rilavorare e confezionare come italiano poiché nei contenitori al dettaglio è obbligatorio indicare solo il luogo di confezionamento, ma non quello di coltivazione del pomodoro". "Un commercio che va reso trasparente - continua la Coldiretti - con l'obbligo ad indicare in etichetta l'origine degli alimenti che attualmente vale in Italia solo per la passata di pomodoro ma non per il concentrato o per i sughi pronti". A rischio - sostiene la Coldiretti - c'è uno dei settori simbolo del Made in Italy nel mondo, a causa della concorrenza sleale del prodotto importato. Al nord come al sud - spiega la Coldiretti - non sono ancora state definite le condizioni contrattuali per il raccolto 2016 perché, insieme ad un contenimento delle superfici coltivate, viene proposta anche una riduzione anche superiore del 10-15% del prezzo pagato agli agricoltori che non è sostenibile. Aumento record delle importazioni, riduzioni dei prezzi pagati agli agricoltori e taglio delle superfici secondo l'organizzazione agricola prefigurano uno scenario preoccupante per il prodotto simbolo della dieta mediterranea. "La Cina ha iniziato la coltivazione di pomodoro per l'industria nel 1990 e oggi rappresenta il secondo bacino di produzione dopo gli Stati Uniti. Ma il gigante asiatico - conclude Coldiretti - anche nel 2015 ha conquistato il primato nel numero di notifiche per prodotti alimentari irregolari perché contaminati dalla presenza di micotossine, additivi e coloranti al di fuori delle norme di legge Ue".

Italia lavora a un piano nazionale “Glifosato zero”


"Implementazione della rete di monitoraggio dei residui di Glifosato su tutto il territorio nazionale, introduzione di limitazioni al suo impiego nell'ambito dei disciplinari che permettono l'adesione volontaria al sistema di qualità nazionale produzione integrata e definitiva eliminazione del Glifosate dai disciplinari di produzione integrata entro l'anno 2020". Saranno queste tre mosse a dare vita al "Piano nazionale glifosato zero", secondo quanto apprende l'ANSA, che il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha chiesto di elaborare al suo ministero "a prescindere dagli esiti del confronto europeo dei prossimi giorni". "La sostenibilità quindi come leva sempre più forte di competitività del sistema agricolo italiano a partire da ciò che è stato fatto con le Regioni per la destinazione dei fondi europei", ha sottolineato il ministro. Da qui al 2020 l'Italia investirà oltre 2 miliardi di euro per misure agronomiche che abbassino sempre di più l'utilizzo della chimica nei nostri campi, fa sapere il ministero delle Politiche agricole: "un indirizzo che i produttori italiani stanno seguendo già da tempo, come dimostrano i dati sul calo di utilizzo di pesticidi nell'ultimo decennio".

venerdì 4 marzo 2016

“Il contadino cerca moglie”, un programma televisivo di Fremantlemedia in onda su Fox life.

http://contadino.foxlife.it/
Si tratta di un caso mediatico mondiale, un programma di dating prodotto in 30 Paesi (dall'Inghilterra all'Australia, passando per tutti i Paesi europei) con risultati d’ascolto incredibili.
Il programma ha per protagonisti contadini e contadine single (si può trattare di coltivatori diretti, imprenditori agricoli e allevatori) alla ricerca del vero amore.
Ad ogni protagonista di campagna vengono affiancati pretendenti di città: uomini o donne che aspirano a una vita a contatto con la natura. I/le pretendenti di città vengono ospitati a casa dei contadini e ne condividono la vita e il lavoro per alcuni giorni. Al termine di questo periodo di convivenza, ogni agricoltore esprimerà la sua preferenza e a questo punto si scoprirà se per qualcuno è scoccata la magica scintilla dell’amore!

Il programma in Francia è in onda da 8 stagioni e nel corso della sua lunga vita ha dato origine a 50 relazioni serie, con 15 matrimoni celebrati e 24 bambini nati.
In questo reality trovano spazio sia la vita in campagna - con il suo grande fascino e il suo duro lavoro - che le dinamiche di relazione sentimentale.

Al momento stiamo facendo dei casting, cerchiamo "contadini" e "contadine" single alla ricerca del vero amore e per noi sarebbe preziosissimo l'aiuto nel far circolare la  notizia e farla arrivare agli addetti ai lavori. In allegato trovate il flyer con i contatti per il casting.



Erga Omnes nuove prospettive per il Primitivo

Sabato 5 marzo ore 15.30
Sala “Gabriella Fanuli”
Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria
Co.da Piscine, Uggiano Montefusco, MANDURIA

INTERVENTI:
Saluti del Sindaco Dott. Roberto Massafra
Dott. Roberto Erario Presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria
On. Paolo De Castro Europarlamentare Coordinatore S&D Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale
Dott. Francesco Giovinazzi Responsabile Ufficio Area Salento Repressione Frodi
Dott. Gianluigi Borghero Rappresentante Professionale presso l’Ufficio Di Armonizzazione nel Mercato Interno, Consulente in Proprietà Industriale e Legislazione agroalimentare, Patent Attorney
Dott.ssa Claudia Sanesi Vice Segretario Generale della Camera di Commercio di Taranto, Responsabile dell’Autorità di Controllo per la Dop Primitivo di Manduria
Dott. Vincenzo Carrozzino Funzionario MIPAAF Direzione Generale per la Promozione della Qualità Agroalimentare


Modera Luciano Pignataro   Giornalista

Legalità e territorio nel segno della cooperazione a Foggia

’Assemblea Territoriale delle Cooperative di Foggia aderenti a Confcooperative che si svolgerà sabato 5 marzo 2016 alle ore 09.30, presso la sala Auditorium della Camera di Commercio di Foggia - Cittadella del’Economia, Traversa Viale Fortore.

PARTE PUBBLICA:
09.30 Apertura dei lavori ed adempimenti formali;
09.45 Relazione del Presidente Giorgio Mercuri;
10.00 Saluti delle autorità.

PARTE PRIVATA:
11.15 Relazione programmatica;
11.30 Apertura dibattito;

12.00 Apertura dei seggi per le operazioni di voto.