sabato 30 dicembre 2017

FOGLIE TV - Speciale 29° Forum Medicina Vegetale: Arysta LifeScience Italia



Arysta LifeScience Italia rivolge la massima attenzione al cliente, al mercato, alle condizioni di lavoro, all'ambiente interno ed esterno. L'obiettivo è uno sviluppo equilibrato orientato a rafforzare l'azienda fornendo ai clienti mezzi tecnici all'avanguardia, adeguato supporto tecnico ed elevato livello di servizio. Lo spazio comunicazione all'interno del Forum ha riguardato "O_O oil: olio d'arancio 600 g/L anticoccidico biologico per agrumi".

FOGLIE TV - Speciale 29° Forum Medicina Vegetale: Sipcam Italia



Primo in Italia, tra i primi 20 e unico gruppo italiano nel comparto mondiale dell’agrofarmaco, Sipcam  opera nella sintesi, formulazione e commercializzazione di principi attivi e intermedi chimici. Il gruppo ha anche sviluppato la produzione e la commercializzazione di fertilizzanti innovativi e, più recentemente, la lavorazione e vendita di sementi. "Epik Sl, novità per la difesa dell'olivo da philaenus spumarius, prays oleae, bactrocera oleae", il titolo dello spazio comunicazione di Sipcam  all'interno del forum.

giovedì 28 dicembre 2017

FOGLIE TV - Annata Agraria 2017: Coldiretti Puglia, grande ripresa 15 plv



L’annata agraria 2017 ha recuperato terreno, con una crescita della PLV (Produzione Lorda Vendibile) del 15,07% che è tornata a superare nuovamente – rileva Coldiretti Puglia nel corso del consueto consunto di fine anno – i 3 miliardi di valore, a dispetto della tropicalizzazione del clima che ha messo a dura prova tutte le colture. Professionalità degli imprenditori e scelte ponderate in termini di irrigazione hanno consentito al settore di bancare un risultato positivo  con una PLV di 3,3 miliardi di euro che rende l'agroalimentare pugliese il traino dell’economia regionale nel 2017. Eccezion fatta per cereali e olive che segnano un calo di produzione e/o di valore, tutti i comparti produttivi registrano un aumento in termini percentuali con gli exploit di uva da tavola (375.890.000 € plv rispetto a poco più di 205mln  nello scorso anno, +170.425.000 plv) ed ortaggi (+130.980.000 plv).

venerdì 22 dicembre 2017

Pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare: la Commissione europea annuncia proposta legislativa

Entro il primo semestre del 2018 la Commissione europea presenterà una proposta legislativa contro le pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare. Lo ha annunciato il Commissario europeo all’agricoltura e allo sviluppo rurale Phil Hogan, intervenendo a Bruxelles nel corso del Forum per una catena alimentare più performante.



«Gli agricoltori raccolgono solo le briciole del valore aggiunto creato dalla catena di approvvigionamento alimentare nell’UE», ha dichiarato Hogan, precisando che l’Esecutivo comunitario intende rispondere a questo problema proponendo nuove misure finalizzate a rafforzare la posizione dei produttori sul mercato e a proteggerli da shock futuri.



La Commissione ha anche pubblicato i risultati della consultazione pubblica, svoltasi tra agosto e novembre, lanciata per conoscere l’opinione al riguardo di tutti gli interessati. L’analisi dei dati evidenzia che la larghissima maggioranza dei partecipanti è a favore di un’azione a livello europeo per una catena alimentare più equa.



Secondo buona parte degli intervistati, le pratiche commerciali sleali sono piuttosto comuni e danneggiano con maggiore probabilità gli agricoltori. Ne sono esempi le modifiche unilaterali e retroattive dei contratti, le cancellazioni all’ultimo minuto di ordini relativi a prodotti deperibili, la richiesta di pagamenti anticipati per ottenere o mantenere un contratto, la richiesta di pagamenti supplementari per avere prodotti esposti favorevolmente sugli scaffali.



(© Osservatorio AGR)



Manovra, storico via libera allo Street food contadino

“Storico via libera allo street food contadino dal campo alla tavola nella manovra 2018”. Lo ha reso noto il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo in occasione dell’Assemblea nazionale di fine anno nel commentare “positivamente la manovra che contiene importanti misure per il settore agricolo, dalla decontribuzione per giovani agricoltori, al bonus verde fino alla sterilizzazione delle aliquote Iva”.

Per la prima volta – ha sottolineato Moncalvo – gli agricoltori potranno vendere direttamente i propri prodotti anche derivati da processi di manipolazione o trasformazione e pronti per il consumo, dalla polenta fritta veneta alle olive all’ascolana, dalle panelle siciliane ai peperoni cruschi lucani, dagli arrosticini abruzzesi ai frullati della salute direttamente dal produttore al consumatore, anche in forma itinerante. Una opportunità importante per i consumatori con 1 italiano su 2 (50%) che ha mangiato cibo da strada nell’ultimo anno in tutte le sue forme secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’. Ora – spiega la Coldiretti – sarà finalmente possibile farlo acquistando direttamente a chilometri zero dagli agricoltori e dagli allevatori a garanzia della genuinità e della qualità ma anche del rispetto degli ingredienti e della vera tradizione enogastronomica Made in Italy.

Una opportunità importante alla vigilia dell’anno del cibo italiano nel mondo per qualificare l’offerta delle città minacciata – sostiene la Coldiretti – dalla banalizzazione e dall’omologazione ma anche per difendere l’identità alimentare nazionale che rischia di sparire dalle strade e dalla piazze invase dal kebab al sushi, dalla frutta fuori stagione come le caldarroste congelate disponibili durante tutto l’anno. Valorizzare l’identità culturale dei centri storici è importante per gli abitanti ma anche per i tanti turisti italiani e stranieri che quando arrivano nelle città – sottolinea la Coldiretti – si aspettano di mangiare prodotti della tradizione locale che sono la vera forza della vacanza Made in Italy, conquistata con la distintività, la biodiversità e il legame con il territorio.

Il cibo da strada contadino non è l’unica novità. Nella manovra, infatti – spiega Coldiretti – è contenuto anche il “Bonus verde” ossia la detrazione ai fini Irpef del 36% delle spese per lavori di “sistemazione a verde” di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi nonché per la realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. Il bonus si applica nel limite massimo di spesa di 5.000 euro per interventi sulle singole unità immobiliari e sulle parti esterne condominiali. “Una battaglia vinta dalla Coldiretti che aiuta l’economia ed il lavoro in un settore determinate del Made in Italy come il florovivaismo ma che è anche importante per abbellire le città e per ridurre lo smog” ha sottolineato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. Un ettaro di piante che elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno secondo la Coldiretti.

Per i giovani agricoltori under 40 – sottolinea la Coldiretti – è stato anche riconfermato l’esonero triennale dal pagamento dei contributi previdenziali e una riduzione contributiva nel limite del 66% per il successivo anno e del 50% per l’ulteriore anno. Una misura per sostenere la crescente domanda di giovani che vogliono fare impresa in agricoltura in Italia che puo’ contare su 53.475 imprese agricole condotte da under 35 con un aumento record del 9,3% nel terzo trimestre del 2017 rispetto allo scorso anno secondo una analisi della Coldiretti. Viene poi estesa al 2018 l’indennità giornaliera di 30 euro per i lavoratori della pesca marittima, compresi i soci lavoratori delle cooperative della piccola pesca, nel periodo di sospensione per misure di fermo pesca, nel limite di 40 giorni in corso d’anno, con uno stanziamento di 5 milioni annui. Mentre – aggiunge Coldiretti – è stata integrata con 12 milioni di euro la dotazione finanziaria del Programma nazionale triennale della pesca e dell’acquacoltura 2017-2019. Per gli allevatori è stato previsto l’innalzamento delle percentuali di compensazione IVA sulle cessioni di animali vivi della specie bovina e suina in misura rispettivamente non superiore al 7,7% e all’8% per ciascun anno nel 2018, 2019 e 2020.  Inoltre, per la realizzazione di interventi urgenti diretti a fronteggiare le emergenze nel settore avicolo, è stato istituito un Fondo per l’emergenza avicola, con una dotazione di 15 milioni di euro per l’anno 2018 e 5 milioni di euro per l’anno 2019.

Ma vanno segnalati anche l’Istituzione di un Fondo in favore del settore agrumicolo e delle imprese agrumicole, finalizzato ad incentivare l’aggregazione e la competitività delle produzioni  e gli interventi a sostegno delle imprese colpite da Xylella fastidiosa e risorse da destinare per il reimpianto di piante non sensibili al batterio Xylella. Infine è determinante nella manovra la sterilizzazione degli aumenti Iva e accise che interessa anche su beni di prima necessità come carne, pesce, yogurt, uova, riso, miele e zucchero con aliquota al 10% e il vino e la birra al 22% che rappresentano componenti importanti nei consumi delle famiglie. L’aumento dell’Iva – conclude la Coldiretti – sarebbe stato un duro colpo per la spesa delle famiglie italiane in alimenti e bevande che nel 2017 dopo cinque anni di valori negativi ha invertito la tendenza ed ha fatto segnare un incoraggiante aumento dell’1,3% nei primi nove mesi del 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016 secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ismea.



COLDIRETTI – 335 8245417 – 06 4682487 – relazioniesterne@coldiretti.it – www.coldiretti.it



Creato primo elenco alberi monumentali d'Italia

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che è stato approvato il primo elenco degli Alberi Monumentali d'Italia.

L'elenco, diviso per Regioni, si compone di 2.407 alberi che si contraddistinguono per l'elevato valore biologico ed ecologico (età, dimensioni, morfologia, rarità della specie, habitat per alcune specie animali), per l'importanza storica, culturale e religiosa che rivestono in determinati contesti territoriali. Sul sito istituzionale www.politicheagricole.it, è stata creata un'apposita sezione dedicata agli alberi monumentali, dove sono indicate caratteristiche e geolocalizzazione dei "monumenti" verdi, con aggiornamento costante.

"Questo primo elenco - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - rappresenta uno strumento utile per diffondere la conoscenza di un patrimonio naturale e culturale collettivo di inestimabile valore. Gli alberi monumentali hanno un forte valore identitario per molte comunità e per questo vogliamo promuovere e valorizzare la loro conoscenza tra i cittadini".

L'elenco degli alberi monumentali, appartenenti a specie autoctone e alloctone, è costituito da individui singoli, filari, gruppi e alberature, radicati in contesti agro-silvo-pastorali o urbani. L'approccio valutativo che ha portato all'attribuzione del carattere di monumentalità e quindi all'iscrizione in elenco è stato attento non solo al contesto ambientale, ma anche a quello storico e paesaggistico in cui l'albero o il sistema omogeneo di alberi insiste.


L'elenco è frutto di una intensa attività di catalogazione realizzata, in modo coordinato e sinergico, dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, dalle Regioni e Province autonome e dai Comuni, che la legge indica come diretti operatori del censimento. Ai soggetti istituzionali si sono aggiunti, per il supporto scientifico, il Centro di ricerca per l'agrobiologia e la pedologia del CREA, e per le preziose attività di segnalazione Enti parco, istituti scolastici, professionisti agronomi e forestali, associazioni ambientaliste e cittadini.

Italia leader per qualità con 294 prodotti top

L'Italia è leader in Europa con 294 prodotti DOP, IGP e STG riconosciuti dall'Ue; in vent'anni questo patrimonio agroalimentare è cresciuto di quasi 5 volte (+382%). Tra i prodotti 'food' di qualità presenti in Italia l'ortofrutta, i cereali, i formaggi e gli oli costituiscono oltre il 70% del totale nazionale.

La regione leader in Italia è l'Emilia Romagna che può contare su 43 prodotti DOP e IGP: seguono il Veneto con 36, la Lombardia con 34, la Toscana con 31, la Sicilia con 30 e il Lazio con 27. E' questo, in estrema sintesi, il risultato emerso da un'analisi condotta dagli Uffici Studi Confagricoltura Veneto e CGIA di Mestre dove sono state monitorate le tendenze dei consumatori e l'escalation dei prodotti italiani di qualità riconosciuti dall'Unione Europea. L'Italia si pone al top in Ue per i prodotti di qualità registrati (DOP, IGP, STG). Sono 294 e incidono per oltre il 21% del totale dei "prodotti di qualità registrati" in tutta Europa.

In termini assoluti seguono con 245 prodotti registrati la Francia, con 195 la Spagna, con 138 il Portogallo e con 105 la Grecia. A livello territoriale, sul gradino più alto del podio del 'food' di qualità presente in Italia si pone l'Emilia Romagna con 43 prodotti (18 DOP e 25 IGP) , segue il Veneto con 36 prodotti ( 18 DOP e 18 IGP), la Lombardia con 34 (20 DOP e 14 IGP), la Toscana con 31 (16 DOP e 15 IGP) e la Sicilia con 30 (17 DOP e 13 IGP). Tra il food di qualità prodotto dalle nostre imprese agricole l' ortofrutta, i cereali, i formaggi e gli oli/grassi rappresentano oltre il 70% del totale. Gli ortofrutticoli con 110 prodotti costituiscono il 37,4% del totale, i 53 formaggi incidono il 18% , gli oli e grassi il 15,6% e le carni il 13%.

Secondo gli ultimi Ismea e Fondazione Qualivita, gli Uffici Studi Confagricoltura Veneto e CGIA hanno potuto constatare che il valore economico dei prodotti agroalimentari italiani ammonta a circa 6,3 miliardi di euro; mentre il valore al consumo di questi prodotti è di circa 13,3 miliardi di euro, pari al 10% della spesa complessiva destinata dalle famiglie italiane ai generi alimentari.


giovedì 21 dicembre 2017

Prevenzione, sicurezza e reclutamento dei lavoratori … la parola all’ing. Giuseppe Cacucci

A margine di un proficuo convegno, organizzato dall’Assessorato Agricoltura del Comune di Rutigliano (BA) e tenutosi presso la sala consiliare, in cui sono intervenuti, tra gli altri, esponenti dello SPeSAL Bari (Area Nord), dell’INAIL, ho espresso la mia personale considerazione riguardo allo “stato attuale” dell’applicazione della normativa in materia di Tutela della Salute e Sicurezza nel Settore Agricolo. A mio parere, bisogna fare “tre mea culpa”. Il primo “mea culpa” spetta alle istituzioni, deputate all’emanazione delle norme, che non hanno compreso a pieno la realtà lavorativa del settore agricolo. Un settore caratterizzato da una forte “dinamicità” che necessita di essere sì normato, ma da regolamenti ad hoc che tengano in dovuta considerazione le peculiarità dello stesso. Ad esempio, che ci sia un forte impegno nel rendere effettivamente applicabile il DI 27/03/2013 (quello delle “Semplificazioni”) che a 5 anni (quasi) dalla sua emanazione, in provincia di Bari non ha ancora trovato la sua “dimensione”. Oppure parlando di Prevenzione Incendi, le istituzioni, oltre ad emanare (finalmente!!!) un Decreto che disciplina i contenitori-distributori di gasolio (le loro caratteristiche, la loro ubicazione, ecc), dovrebbero anche preoccuparsi di come poter arginare il fenomeno dei furti nelle campagne, che potrebbe accentuarsi (aggiungendosi ai furti di uva) con l’installazione dei contenitori-distributori proprio nelle zone agricole. Il secondo “mea culpa” spetta agli addetti ai lavori, cioè agli agricoltori. E’ inconcepibile che si fatichi ancora a comprendere il fatto che il settore agricolo sia effettivamente caratterizzato da un alto indice infortunistico (spesso anche mortale). Molti addetti ai lavori sono ancora fermamente convinti che l’esperienza sia sufficiente a sopperire alle carenze tecniche e di sicurezza di molte macchine ed attrezzature utilizzate nei campi. Si fa fatica a far comprendere che la Sicurezza sul Lavoro non è solo “compilare le carte”, ma è prima di tutto “CULTURA”: uscire di casa al mattino, per andare a lavorare e tornare a casa la sera, sani e salvi, non è solo frutto di “fortuna”. Ad oggi (anche se qualcosa si sta smuovendo) è inconcepibile che si chieda cosa sia un DVR o se la “Sicurezza è obbligatoria”. Fare impresa (cioè assumere anche un solo lavoratore dipendente, fosse anche per un solo giorno) significa adempiere ad una serie di norme (giusto o no), che di fatto sono in essere e vano applicate. Non esiste la giustificazione del “io non sapevo”, dal momento che la normativa sulla Sicurezza è in vigore da quasi 10 anni (senza andare ulteriormente a ritroso). Terzo “mea culpa” tocca ai tecnici che fanno consulenza in materia di Sicurezza i quali, spesso, più che inculcare la concezione di “Cultura” hanno creato il “business della Sicurezza”. Forse la mia è una visione “romantica”, ma fare Sicurezza la considero una sorta di “missione” ed essere sempre aggiornati, essere sempre “sul pezzo”, è una prerogativa imprescindibile. In questo, gli imprenditori devono prestare molta attenzione: quando richiedono una consulenza in materia di Sicurezza, stanno chiedendo un servizio e per riceverlo, pagano; occorre dunque scegliere bene a chi rivolgersi ed “affidarsi” con fiducia al tecnico.

Ing. Cacucci Giuseppe