giovedì 5 gennaio 2017

Approfondimento su come rimediare alle infestazioni di Cimici verdi e cimici asiatiche (o cinesi).

 
Oggi parleremo di un insetto molto dannoso per il nostro orto (e fastidioso per le nostre case): le cimici. Più in particolare ci focalizzeremo sulle cimici verdi e sulle cimici asiatiche (note volgarmente come cimici cinesi). Si tratta delle due specie maggiormente presenti sul nostro territorio, capaci di presentarsi con infestazioni davvero deleterie.
Questi insetti, soprattutto nei periodi molto caldi, durante i quali sono in costante ricerca di cibo, mettono in serio pericolo le nostre coltivazioni, rovinando spesso buona parte del raccolto. Diventa quindi fondamentale imparare a riconoscere alla svelta i diversi stadi di sviluppo delle cimici cinesi e verdi presenti sul nostro terreno. In questo modo diventa possibile capire per tempo come evitare infestazioni e difendere le nostre colture in maniera biologica e senza l’utilizzo di pesticidi.

Le cimici verdi
Tra le diverse specie di cimici esistenti, quelle più diffuse e tristemente conosciute nel territorio italiano sono le cimici verdi, Nezara Viridula. Si tratta di un insetto appartenente all’ordine dei Rincoti, sottordine degli Eterotteri, famiglia dei Pentatomidi.
L’adulto delle cimici verdi ha un tipico colore verde brillante, che può variare sul verde/giallastro.
L’adulto ha forma pentagonale e può raggiungere le dimensioni di circa 15 mm.
Le cimici verdi si riproducono attraverso un’intensa attività di ovideposizione, rilasciando le uova in gruppi compatti di colore chiaro.
Le neanidi, altrettanto dannose degli adulti, sono di colore nero, con punteggiature bianche sia al centro, che in particolari file longitudinali ai bordi del corpo. A differenza delle cimici verdi adulte che agiscono spesso da sole, le piccole neanidi nere si muovono e provocano danni in gruppo. Banchettano spesso sulle nostre piante in gruppi più o meno estesi, e sono molto fastidiose anche solo a guardale.
Ciclo biologico

Le cimici verdi dopo il periodo svernante dei mesi freddi, in primavera ripartono con il loro ciclo riproduttivo. Dopo l’accoppiamento l’attività di ovideposizione è intensa. Questo ciclo è continuo, ciò fa sì che contemporaneamente si possano trovare nei nostri orti le neanidi, le ninfe (gli stadi intermedi) e gli adulti.
Per questo motivo in un anno ci possono essere più generazioni di cimici verdi. Nel nostro paese e con le nostre condizioni climatiche, solitamente sono due.

Caratteristiche
La cimice verde è un insetto fitofago, ossia si nutre attraverso l’apparato boccale: o succhiando la linfa e i liquidi interni della pianta o del frutto, o attraverso l’asportazione di porzioni della pianta stessa.
Inoltre è un insetto polifago, cioè si nutre ai danni di un numero indefinito di specie vegetali, e non di una sola tipologia di piante (caratteristica, questa, degli insetti monofagi, quali ad esempio la mosca dell’ulivo).

Danni alle colture delle cimici verdi
L’attività fitofaga delle cimici verdi si attua attraverso le punture di nutrizione.
Le specie vegetali di nostro interesse maggiormente colpite dall’attività polifaga delle cimici verdi sono: le colture solanacee (pomodoro, peperone, melanzana); le leguminose; alcune colture erbacee in pieno campo (ad esempio la bietola e il basilico); alcune colture arboree (come ad esempio il nocciolo).

I danni alle colture sono provocati sia dalle neanidi che dagli adulti.
Sul pomodoro, in particolare, le punture di nutrizione causano delle tipiche punteggiature clorotiche, di estensione variabile.
Un danno diretto che provocano le cimici verdi sui pomodori, e in generale sui frutti, è il conferimento di un sapore sgradevole. Un gusto amaro e acido allo stesso tempo, che rende la bacca di pomodoro non più commestibile. Ciò avviene in seguito alla puntura, attraverso la secrezione di un liquido ripugnante.
Oltre ai danni diretti, le piante colpite dalle cimici verdi sono più soggette ad altre patologie, come la batteriosi. Queste malattie trovano terreno facile su cui attecchire, attraverso le ferite che l’insetto provoca.
Infine, come non ricordare il cattivo odore e la sensazione sgradevole che le cimici verdi provocano quando vengono schiacciate.
La cimice asiatica (o cinese)
Purtroppo, quella verde non è l’unica cimice attualmente in Italia. Una nuova specie, infatti, si sta affacciando alla ribalta dei nostri orti: la temuta cimice asiatica, Halyomorpha halys.
Questo tipo di cimice è, per l’appunto, di origine asiatica. Arriva negli Stati Uniti alla fine degli anni ‘90, e appare in Europa sul finire della scorsa decade. In Italia, è nella provincia di Modena che si rinviene per la prima volta. L’anno è il 2012. Da lì ha iniziato a diffondersi su tutto il territorio nazionale, venendo riconosciuta volgarmente come cimice cinese.

Le cimici asiatiche hanno caratteristiche simili alla cimici verdi. Si differenziano da quest’ultime soprattutto per il colore, marrone marmorizzato. Oltre alla tipica cromatura, è possibile notare anche un particolare dettaglio nella parte finale del corpo, ossia un triangolo di colore più scuro.
Così come le cimici verdi, anche le neanidi di cimici asiatiche sono solite raggrupparsi.
Il ciclo biologico dell’asiatica (appartenente alla stessa categoria entomologa della Nezara Viridula) è assimilabile a quello delle cimici verdi.

Danni alle colture e pericolosità per le abitazioni della cimice asiatica
L’allerta e l’interesse per la cimice asiatica nascono dopo i danni registrati su alcune colture statunitensi. Mentre nei paesi asiatici di origine, l’insetto è considerato un infestante occasionale della soia e di alcuni alberi da frutto, negli Stati Uniti ha colpito oltre 300 specie di alberi da frutto, ortive ed ornamentali!

In Italia si sono già registrati attacchi su alberi da frutto quali: albicocco, ciliegio, fichi, kiwi, melo, melograno, nocciolo, noce, pero, pesco, susino e ulivo.
Tra le ortive danneggiate, naturalmente, non potevano mancare il pomodoro, il fagiolo, il peperoncino, la zucca, etc.
Così come per le cimici verdi, anche le cimici asiatiche provocano danni attraverso le punture di nutrizione. E anche loro lo fanno in qualsiasi stadio di sviluppo.
Riflessioni
Così come nel caso della tuta absoluta del pomodoro (arrivata da poco direttamente dal continente sudamericano), ci chiediamo quanto possa essere sensato effettuare scambi commerciali internazionali tra prodotti orticoli tranquillamente coltivabili a livello locale. L’interesse economico da salvaguardare sembra non essere affatto quello dei contadini, che vedono i loro prodotti inevitabilmente deprezzati per dar luogo ad esportazioni intercontinentali. Per questo tipo di commercio, infatti, il guadagno maggiore spetta alle grandi distribuzioni che lo gestiscono.

Sicuramente non ne giovano i consumatori, che trovano sulle proprie tavole prodotti scarsamente controllati.

Con ancor più certezza siamo in grado di affermare che a trarne vantaggio non sono gli ecosistemi locali, che si trovano purtroppo invasi da insetti distruttivi a cui non sono preparati. La stessa cimice verde, a cui tutti siamo oramai abituati, ha in realtà un’origine esotica, anch’essa sudamericana per la precisione.

Un invito
Preso atto del meccanismo perverso della distribuzione internazionale del settore ortofrutticolo, il messaggio che vogliamo lanciare è quello di consumare sano e consumare locale! L’invito che facciamo ai nostri lettori, quindi, è quello di boicottare, in primis da consumatori, le produzioni provenienti dai mercati transnazionali. Acquistando un pomodoro sudamericano non stiamo sostenendo un piccolo produttore del Sud America, ma una enorme catena distributiva che sfrutta i produttori locali e altera gli equilibri non solo dell’ecosistema, ma anche delle corrette dinamiche economiche.
Detto ciò, possiamo passare alla difesa biologica dalle cimici presenti nel nostro orto.

Difesa biologica dalle cimici presenti nel nostro orto
Iniziamo l’ultima parte del nostro articolo sulle cimici asiatiche e verdi con una considerazione. Nei manuali di agricoltura viene indicata la lotta chimica come la via principale per l’eliminazione di questo insetto. Questo tipo di strategia con il tempo si è dimostrata del tutto fallimentare, portando più danni che benefici.

Come spesso accade, per alcune specie d’insetti (come ad esempio la dorifera della patata), trattare chimicamente ha portato ad aumentarne l’aggressività e la resistenza. Alcune specie, infatti, hanno nel loro dna grandi capacità di adattamento e di assorbimento dei diversi trattamenti a cui sono sottoposti. Questo comporta spesso l’innescarsi di un circolo vizioso che costringe l’agricoltore ad effettuare trattamenti sempre più potenti, numerosi e con principi attivi tossici per l’intero ecosistema.

Dunque, vediamo come è possibile attuare una difesa biologica, con la consapevolezza, però, che le cimici sono insetti duri a morire, molto prolifici e resistenti.
                                                                                                                      
Rimozione manuale
Soprattutto allo stadio di neanide o in fase svernante, le cimici verdi e le cimici asiatiche sono solite raggrupparsi. Quando giriamo tra i filari dei pomodori e notiamo queste evidenti presenze, tappiamoci il naso e cogliamo l’occasione per una rimozione manuale del neanide.
Per l’eliminazione finale, una volta raccolte, è possibile annegarle in un secchio con acqua e sapone.

L’attrazione naturale per delle piante da sacrificare
Come abbiamo visto nell’introduzione sulle cimici verdi, questi insetti sono molto attratti da diversi tipi di piante. Adorano i pomodori, intendiamoci, ma ci sono altre piante che riescono ad attirarle maggiormente. Sfruttiamo allora questa debolezza, per seminare delle piante spia ai margini dell’orto. In questo modo saremo avvertiti per tempo della presenza delle cimici e contemporaneamente ne cattureremo un bel po’.

A questo scopo un buon esempio è il basilico.
Alla fine non costa molto spazio seminare qualche pianta di basilico in più in qualche zona strategica. Così facendo potremo monitorare la situazione. Inoltre potremo raccogliere agevolmente le cimici poiché sappiamo dove potranno andare alla ricerca di cibo. Un’altra pianta molto attraente per questo tipo d’insetto è la senape gialla.

Individuazione e distruzione dei nidi invernali
Questi odiati fitofagi, che siano cimici verdi o cimici asiatiche, dopo i banchetti estivi cercheranno un luogo accogliente dove svernare. Come abbiamo visto parlando della cimice asiatica, questo è stato un problema molto sentito negli USA. Le case in legno, infatti, sono un fantastico rifugio naturale per degli insetti come le cimici.
A fine autunno, o in pieno inverno, bisogna cercare nei dintorni del nostro orto, capire dove le cimici possono aver nidificato e individuarle. Il legno, le grosse pietre, le crepe del cemento, i mattoni forati, possono essere tutti rifugi ideali, da dove iniziare la nostra ricerca.

Una volta individuato il nido, va distrutto. Laddove consentito dalle modifiche
applicate al decreto legislativo 152 del 3 aprile 2006 il fuoco è a nostro parere la soluzione migliore. Bisogna prestare però, ovviamente, la massima attenzione!
Naturalmente il fuoco è escluso se il covo delle cimici si dovesse trovare in casa. In tal caso consigliamo tanto coraggio e una buona dose di fortuna.
Molti consigliano di utilizzare vecchi vestiti o lenzuola, magari di flanella, da lasciare in posti strategici o in una vecchia cantina. Le cimici sono attratte dal tessuto e vi finiranno in trappola, a quel punto sarà più facile raccogliere il panno con le cimici dentro e disfarsene.

I macerati naturali
Un’altra via che vi consigliamo di percorrere, in questo caso per allontanare le cimici dall’orto, è quella dell’utilizzo dei macerati e preparati naturali.
Stiamo parlando del macerato d’ortica, dell’infuso d’aglio e del macerato di foglie di pomodoro, di cui abbiamo parlato diffusamente negli articoli precedenti.
In questo caso l’azione è repellente e preventiva. Il contatto diretto, infatti, sortisce poco effetto a livello di eliminazione, ma può indurre le cimici a cambiare aria.



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