lunedì 23 gennaio 2017

L’ortofrutta a caccia di strategie

L’anno appena iniziato sarà dedicato alla messa a punto di una strategia complessiva di settore. Senza la quale sarà ben difficile affrontare la concorrenza europea ed extra-europea. Una occasione da non perdere per i produttori italiani di ortofrutta, come sottolinea Paolo Bruni, presidente di Cso, il Centro servizi ortofrutticoli.

«C’è la necessità di una regia di sistema per risolvere problemi complessi e entrare in nuovi mercati. Tutto questo può nascere solo dalla collaborazione tra pubblico e privato e tra quei ministeri che, ognuno per conto proprio, hanno competenze sul settore. Non siamo all’anno zero – dice ancora Bruni – ma dobbiamo accelerare perchè altri Paesi stanno correndo».

Con il suo bagaglio di esperienza e con una elevata capacità progettuale, il Cso si prepara quindi a essere il centro aggregatore per le nuove strategie. Entro aprile saranno presentati dal Cso due progetti di promozione per i mercati di Cina e Emirati Arabi Uniti, mentre i produttori guardano anche ad Asia e America Latina. Con una produzione complessiva di oltre 26 milioni di tonnellate di ortofrutta, con consumi interni che non vanno oltre gli 8,5 milioni, è evidente che per frutta e ortaggi italiani la strada dell’export (+9% nel decennio 2005/15) è fondamentale. Come lo è quello dei consumi interni, in aumento dell’8% dal 2013 dopo anni di crisi costante, grazie soprattutto alle nuove tendenze alimentari.

«Dopo il congelamento del Ttip, è stata data un’importante accelerata agli altri accordi commerciali. Il Ceta, l’accordo commerciale con il Canada, sarà ratificato dal Parlamento Ue a febbraio ed è in dirittura d’arrivo l’accordo con il Giappone. Nei prossimi mesi si avvieranno i negoziati con l'Australia e la Nuova Zelanda. Tutti questi accordi si riferiscono a mercati importanti per gli sbocchi commerciali italiani: sta ora al nostro settore ortofrutticolo essere in grado di fare sistema per saper cogliere al meglio tutte queste opportunità», spiega Paolo De Castro, coordinatore S&D Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Ue.

Considerato che il mercato europeo è ormai saturo, diventa sempre più impellente allargare gli orizzonti e concentrare gli sforzi per l’apertura di nuovi mercati, quali i Paesi del Far East, dove il Pil cresce in misura doppia o tripla rispetto all’Europa». Impellente e fondamentale «il rafforzamento del ruolo l’Unione europea, considerati i danni incalcolabili che il settore dell’ortofrutta ha subito in questi anni.


Abbiamo urgente necessità, come settore, di informazioni corrette per elaborare strategie. Il Cso possiede una base documentale unica in Italia supportata dalle informazioni dei soci. Questo patrimonio di conoscenza è strategico e fondamentale per individuare la strada della crescita.

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