lunedì 29 maggio 2017

Storia e proprietà albicocca

L’albicocca, considerata in passato frutto esotico e rarissimo, pare che fosse apprezzata già quattromila anni fà dagli imperatori cinesi. Proveniente dall’Asia Centrale questa pianta si diffuse in Persia ed Armenia (Prunus armeniaca) per arrivare, dopo le conquiste di Alessandro Magno, sulle rive del Mediterraneo.
Conosciuta in Europa grazie ai Romani all'inizio dell'era cristiana, ebbe un periodo di oblio durante il Medioevo. Furono gli Arabi a reintrodurre la coltivazione dell'albicocco attorno al X secolo, non solo per finalità gastronomiche ma anche a scopi farmacologici.
Questo albero conobbe a partire dal XV sec. una fortuna crescente, ed oggi è coltivato dovunque vi sia un clima abbastanza caldo.
La buccia del frutto è di colore variabile dal giallo pallido al rosso aranciato. La sua polpa, vivace e preziosamente profumata, oltre ad essere piuttosto nutriente e' ricca di sali minerali e vitamine, utili nella terapia delle anemie, dei difetti della vista e del mal d'orecchi.
Nella cosmesi popolare l’albicocca e' stata sempre accoppiata anche alla cura della pelle. L’olio ottenuto dai suoi semi, racchiusi nel nocciolo, e' molto efficace sia per il trattamento delle smagliature che delle rughe.
Particolarmente digeribili, le albicocche possono essere consummate fresche, secche, sciroppate e anche sotto forma di succo. Ai piu' golosi, ricordiamo che e' proprio a base di albicocche la marmellata usata per farcire la squisita torta Sacher, celebre specialita' della tradizione dolciaria Viennese. Scelta veramente felice, dato che l'unione tra il sapore a tratti acidulo di questo frutto e quello denso del cioccolato, nonostante l'apparente contrasto, ha generato una delle piu' grandi delizie del mondo.
Una leggenda racconta che in origine era solo una pianta ornamentale con bei fiori bianchi; quando l’Armenia venne invasa dai nemici fu ordinato di abbatter tutti gli alberi che non producevano frutto per ottenerne legname e questo sarebbe stato anche il destino dell’albicocco se una fanciulla non avesse pianto sotto la sua chioma per tutta la notte; al mattino sull’albero erano cresciuti dei frutti dorati: le albicocche appunto. In altre leggende viene anche indicata come il frutto proibito assaggiato da Adamo ed Eva al posto della mela. Un’altra notizia si ha dai trattati medici arabi: qui pare che venisse usata per curare il mal d’orecchi. Nella tradizione popolare inglese sognare l’albicocca porta fortuna, mentre altrove simboleggia la timidezza in amore; secondo un’altra versione se la si sogna secca preannuncia perdite e danni.

Oltre al frutto in pasticceria vengono usati anche i semi, chiamati armelline (o mandorle amare), come ingrediente in sciroppi, liquori e amaretti in abbinamento alle mandorle dolci; il tutto in quantità limitate (solo come aroma) dato che contengono un derivato dell’acido cianidrico che consumato in dosi elevate sarebbe tossico.


Il frutto viene consumato tal quale oppure sciroppato, sotto spirito, come marmellata o confettura per preparare ottime crostate, e anche essiccato; ottima anche sulle crostate di frutta mista insieme per esempio a pesche e banane. E come molti sapranno è proprio la marmellata di albicocche a essere utilizzata per farcire la celebre torta Sacher, tipica della tradizione dolciaria

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