mercoledì 22 novembre 2017

Economia circolare: dagli scarti alimentari, bio rivestimenti per conservare la frutta

Riciclare gli scarti della produzione agroalimentare per ottenere bio rivestimenti edibili in grado di proteggere più a lungo il valore nutritivo della frutta senza alterarne il gusto.
È questa l’innovazione realizzata dall’Università di Pisa, dove un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali ha condotto una sperimentazione i cui risultati sono stati recentemente pubblicati su due riviste scientifiche, il “Journal of Food Processing and Preservation” e il “LWT – Food, Science and Technology”.

Coordinato dalla professoressa Annamaria Ranieri, il team di studiosi si è concentrato sull’utilizzo di biopolimeri naturali ed edibili per mantenere le proprietà nutraceutiche della frutta durante la conservazione.

In particolare, uno dei due studi ha riguardato le mele Fuji: per conservarle, i ricercatori hanno utilizzato come rivestimento la gelatina, un polimero a base di collagene ottenuto dalla lavorazione di tessuti connettivi e largamente utilizzato per i rivestimenti di capsule nell’industria farmaceutica.
Il secondo studio ha invece riguardato il pomodoro, che è stato rivestito con il chitosano, un polimero derivante dalla chitina, sostanza presente negli esoscheletri dei crostacei e nelle pareti cellulari dei funghi.

I due rivestimenti, eliminabili con l’acqua, hanno rallentato di tre giorni la maturazione, come evidenziato dal posticipato picco di accumulo di importanti composti nutraceutici, quali carotenoidi, acidi fenolici e flavonoidi. La maggiore conservabilità nel tempo potrebbe inoltre contribuire a ridurre lo spreco alimentare in differenti punti della filiera, dalla raccolta al consumo.

«Come comunità scientifica», spiega la professoressa Ranieri, «ci poniamo il problema della gestione virtuosa e sostenibile degli scarti della produzione agroalimentare; dall’altra parte l’obiettivo è dare ai consumatori prodotti che, dalla raccolta alla tavola, riescano a mantenere l’aspetto e le proprietà organolettiche e salutistiche».


(© Osservatorio AGR)

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