mercoledì 13 dicembre 2017

Difesa delle colture: entro fine mese l’Italia importerà antagonista della cimice asiatica

Si chiama Trussolcus Halyomorphae il parassita “buono” che potrebbe rappresentare la soluzione contro la dilagante invasione della cimice asiatica, l’insetto che sta arrecando danni sempre più consistenti alle colture italiane.

Appartenente alla specie degli imenotteri, l’antagonista deposita le proprie uova in quelle della cimice e si nutre di esse, senza produrre danni diretti o collaterali all’ambiente.

L’insetto potrà essere importato in Italia non appena entrerà in vigore la norma che deroga al divieto di introduzione di specie esotiche: l’approvazione del documento, all’ultima verifica della presidenza del Consiglio dei Ministri prima di essere sottoposto alla firma del Presidente della Repubblica, dovrebbe avvenire entro la fine di questo mese.

Tipica del territorio cinese e giapponese, la cimice asiatica è stata introdotta accidentalmente in America nel 1998 e avvistata in Italia per la prima volta nel 2012, nella zona del Modenese.

L’elevato tasso di contagio (47% rispetto a 2-3% di altri organismi paragonabili), la sta rendendo una vera e propria piaga per molte coltivazioni, soprattutto del Nord Italia. Negli ultimi cinque anni, infatti, si è diffusa in modo esponenziale, danneggiando gravemente le colture frutticole e oleaginose, specialmente il nocciolo. L’insetto si nutre del succo dei frutti, che perfora favorendone la necrosi e la perdita dei semi.

Contro la cimice asiatica i prodotti chimici non hanno sortito effetto, diversamente dal Trussolcus halyomorphae che, in Paesi come l’Oregon, si è rivelato un efficace antagonista senza danneggiare l’equilibrio ambientale.

(© Osservatorio AGR)



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