mercoledì 6 dicembre 2017

Vini DOP e IGP: crescono nell’Unione europea il valore e le esportazioni

Nell’Unione europea il sistema delle Indicazioni Geografiche (IG) conta 1.582 vini, di cui 1.144 DOP (Denominazioni di Origine Protetta) e 438 IGP (Indicazioni Geografiche Protette). Alla testa della classifica ci sono Italia e Francia, rispettivamente con 526 e 432 denominazioni, seguite da Grecia (147) e Spagna (131).

È il quadro che emerge dal rapporto elaborato dall’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) e presentato Bruxelles, nel corso del primo Congresso europeo dei vini a indicazione geografica, organizzato dall’EFOW, la Federazione europea dei vini a Denominazione e Indicazione Geografica.

L’analisi comparativa realizzata dall’Ismea mostra come, sebbene nei mercati del food and beverage il vino rappresenti uno dei prodotti più globalizzati, con dinamiche evolutive e di crescita che non trovano riscontro negli altri comparti, le performance dei vini a Indicazione Geografica comunitari siano comunque superiori. Infatti, se il valore della produzione a prezzi base del vino cresce con una media annua del 4%, il tasso dei vini IG è del 5,3%.

Cresce anche la quota della superficie vitata, passata dall’81,9% del 2012 all’83,2% del 2016. Dinamiche positive si riscontrano per i prezzi: +1% è la crescita media annua dei vini DOP e +4% quella dei vini IGP. L’incidenza dei vini IG passa dal 62% del 2012 al 63,4% del 2016, mentre l’export fa registrare incrementi del 4,2% medio annuo.

Stringendo il focus sulle tendenze in atto in Italia e Francia, i due Paesi che guidano il comparto dei vini, il valore delle produzioni atte a divenire DOP e IGP tra il 2015 e il 2016 aumenta in Italia (da 10,7 a 10,8 miliardi di euro) mentre in Francia scende da 25,2 a 24,7 miliardi. Nello stesso periodo, per quanto riguarda la ripartizione del valore del vino atto a divenire IG nella UE, cresce la quota nazionale italiana che passa dal 21,9% al 22,5%, mentre diminuisce quella francese, che resta però assolutamente dominante passando dal 51,6% al 51,2%.

«Nel complesso il settore vinicolo europeo – e i vini a denominazione in particolare – è in buona salute, oggi», ha dichiarato il presidente EFOW, Bernard Fages. «Ad ogni modo, dobbiamo essere vigili, dato che abbiamo tutti avuto modo di vedere come eventi meteorologici recenti, e in certi casi ricorrenti, hanno influito negativamente sulle nostre regioni vitivinicole. Tenendo a mente questo, dobbiamo continuare a focalizzarci sui vini di qualità e sul miglioramento della nostra competitività per conservare il nostro posizionamento unico sul mercato».

«Il dialogo che abbiamo avuto con i coltivatori, gli enoappassionati e i portatori di interesse dimostra che la politica europea sul vino ha un ruolo vitale nello sviluppo del nostro settore», osserva Fages. «Traiamo beneficio da strumenti specifici all’interno dell’attuale PAC, che è stata fondamentale per l’evoluzione positiva del settore vinicolo. Devono essere mantenuti e migliorati affinché questa storia di successo continui».


(© Osservatorio AGR)

Nessun commento:

Posta un commento