lunedì 29 gennaio 2018

Nasce la Federazione europea degli agromercati all’ingrosso, per avere voce all’interno dell’UE

Creare a un organismo in grado di rappresentare a livello comunitario le filiere interprofessionali (grossisti, produttori agricoli, operatori logistici) che lavorano all’interno dei mercati agricoli all’ingrosso, con l’obiettivo di confrontarsi con la Commissione europea sui temi legati all’agricoltura. È con questa finalità che nasce la Federazione europea degli agromercati all’ingrosso, la cui riunione fondativa si è svolta il 15 gennaio a Roma, presso la sede della Camera di commercio.



Sette le federazioni costituenti: oltre a quella italiana, la francese, che rappresenta anche il Belgio, la spagnola, che riunisce 23 mercati, le federazioni tedesca, greca, portoghese e polacca.

Tutti i soggetti concordano sulla necessità di un riconoscimento politico ufficiale, da parte delle istituzioni europee, del settore degli agromercati. Un comparto che, nell’Unione dei 27, distribuisce complessivamente 25 milioni di tonnellate annue di prodotti freschi, assicura 150mila posti di lavoro, accoglie oltre 25mila produttori agricoli e dichiara vendite per 70 miliardi di euro, rifornendo direttamente o indirettamente quasi 200 milioni di consumatori.



«I mercati all’ingrosso», dichiara Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati, rete di imprese che associa dieci dei maggiori centri agroalimentari all’ingrosso italiani, «hanno un peso importante nell’economia e nelle politiche agricole. Ciononostante finora non abbiamo avuto voce nell’Unione europea e un’assenza in quella sede si sta rilevando drammatica. Attraverso i mercati all’ingrosso si sviluppa oltre il 50% delle compravendite del fresco e non possiamo più essere fuori dalle politiche comunitarie e dalle opportunità di finanziamento e sostegno UE. Chiediamo, in veste unitaria, di essere interlocutori UE e ci attrezziamo con un coordinamento forte, frequenza di incontri e con la definizione di un “Manifesto dei mercati europei” che presto sarà scritto e sottoscritto».



Tra i temi ritenuti strategici, per i quali si richiede una programmazione complessiva, figurano: sicurezza igienico-sanitaria, innovazione tecnologica, attività di promozione di stili alimentari sani, integrazione e coordinamento con la produzione agricola, sviluppo del marketing e della comunicazione.




(© Osservatorio AGR)

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