martedì 3 aprile 2018

PSR, le “verità” di Agrinsieme in una lettera aperta


Lettera aperta di Agrinsieme Puglia, coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari
Agrinsieme: “PSR e verità: ognuno ha la propria, l’importante è che di nessuno sia la responsabilità”
Gli ultimi giorni sono stati densi di appuntamenti, di pareri, di opinioni e di manifestazioni sul PSR. Ognuno ha pensato di lanciare al mondo della comunicazione la propria “verità”, difendendo strenuamente il proprio operato e cercando, con altrettanta insistenza, di individuare le priorità e puntando il dito sulle possibili inefficienze. Appare chiaro un minimo comune denominatore che è quello di rafforzare le imprese agricole che investono e, fra queste, si vuole dare grande visibilità a quelle giovanili. In tanti dicono che il PSR potrebbe aver contenere degli errori nell’individuazione delle priorità, nella ripartizione delle risorse fra le misure ed in altre articolazioni: tutti, però, stentano a ricordare che il PSR è stato, oggettivamente, un percorso estremamente condiviso da tutto il partenariato e, quindi, se errori ci sono stati, devono essere attribuiti alla responsabilità collettiva, che trae fondamento dalla sua appartenenza ad un gruppo in un modo che è vincolante per il soggetto, al punto tale che egli non possa rinnegare questa appartenenza. Ma questo è un paese particolare nel quale è ampiamente noto che se ci sono le positività si corre all’auto attribuzione, ma se ci sono delle negatività impera il “è colpa degli altri”. La Puglia rurale non poteva sottrarsi a queste logiche. Proviamo per un attimo a tentare di invertire la tendenza ed a ripercorrere tutte le tappe del PSR sperando di essere obiettivi. Il PSR è stato oggetto di una serie di riunioni propedeutiche all’approvazione che hanno coinvolto tutto il partenariato e che, tra l’altro, hanno visto la firma di tutte le OO.PP.AA su un documento strategico che riportava anche la ripartizione delle risorse fra le misure: la nostra ristretta memoria ricorda anche l’apposizione di una firma da parte di Coldiretti. Il primo bando del PSR ha riguardato le misure a superficie di cui alle sottomisure della 10 e della 11. La misura 10 è così suddivisa 10.1.1 Produzione integrata 10.1.2 Incremento sostanza organica e difesa dei suoli 10.1.3 Agricoltura Conservativa 10.1.4. Tutela biodiversità vegetale 10.1.5 Tutela biodiversità zootecnica 10.1.6. Conversione colturale da seminativi a pascolo, prato-pascolo, prato Alla misura 10 sono state attribuite risorse per circa 185 milioni di euro. Forse non tutti ricordano la genesi di alcune sottomisure della 10. La misura 10.1.1. (agricoltura integrata) rispondeva all’obiettivo strategico di valorizzare la qualità delle produzioni agricole pugliesi con la garanzia di un processo produttivo a minor impatto ambientale . La sua applicazione non è stata proprio semplice per gli agricoltori,giacchè fare agricoltura integrata è un impegno piuttosto gravoso. La misura 10.1.2 è spuntata come un coniglio dal cilindro per quel che riguarda il livello dei premi che, per onor di verità, non sono stati preventivamente divulgati al partenariato. Ad un certo punto si scopre che per “apportare sostanza organica ai terreni” era possibile fruire di un premio superiore ad € 300 per ettaro: magicamente nel primo bando arrivano più di 4.000 domande. Appare evidente che il premio era ampiamente sproporzionato rispetto agli impegni e, forse, appare altrettanto evidente che l’impatto reale sullo sviluppo dell’agricoltura pugliese di una misura di questo genere è piuttosto irrilevante. Alla fine alla misura 10.1.2. “Apporto di sostanza organica” vengono assegnati circa 50 milioni di euro (non poca cosa). E’ evidente che le risorse della 10 sono troppe rispetto a quelle di tutto il PSR (circa il 12%), ma su questo non si esprime nessuno, Coldiretti tace e forse tacciono anche gli scriventi. Responsabilità collettiva. La misura 11 è destinata ai pagamenti per gli impegni derivanti dall’agricoltura biologica con euro 208 milioni di risorse attribuite. In Puglia opera l’11% del numero totale di operatori biologici italiani. In Puglia si coltiva il 12% della SAU totale complessivamente investita ad agricoltura biologica sul territorio nazionale. Peccato che l’incidenza dei prodotti biologici venduti sul mercato rispetto al totale dell’agroalimentare è pari al 3% (dato 2016). Forse alcuni dei produttori che ricevono gli aiuti per l’agricoltura biologica sono solo “produttori da premio” senza alcuna incidenza reale sul mercato? A questo punto per il futuro forse andrebbe presa in considerazione l’ipotesi di legare il premio all’effettiva immissione sul mercato del prodotto biologico. Una verifica su questo intervento e sull’impatto delle risorse assegnate va fatta, ma su questo non si esprime nessuno, Coldiretti tace e forse tacciono anche gli scriventi. Responsabilità collettiva. Riassumendo fra la misura 10 e la misura 11 si impegnano circa il 25% di tutte le risorse del PSR. Il secondo importante bando è stato quello relativo ai Gal. Si partiva dal PSR Puglia 2007/2013 con i Gal che avevano una disponibilità di circa 300 milioni di euro ed il partenariato, in sede di disamina preventiva delle fasi di redazione del PSR, decide unanimemente di dimezzare la dotazione complessiva dei Gal portandola, nel PSR 2014/2020 a poco più di 150 milioni di euro anche in questo caso con un obiettivo strategico: spingere i GAL ad essere sempre più degli strumenti di sviluppo territoriali in grado di promuovere e accedere a tutte le forme di sostegno disponibili . In questa logica si inseriva anche l’opportunità di farli diventare strumenti plurifondo riuscita solo in parte accoppiando PSR e FEAMP (pesca). La disponibilità di circa 300 milioni di euro nella programmazione 2007/2013 per i Gal è stata ampiamente condivisa da tutto il partenariato. Ma torniamo all’attuale programmazione. Parte il bando ed inizia l’epoca dei ricorsi al Tar. Annullato il primo bando, viene emanato il secondo bando e vengono selezionati n. 23 Gal in Puglia a fronte dei 31 esistenti (25 Gal + 6 Gac). Tutto va bene e, anche giustamente, le rappresentanze rivendicano e spesso ottengono ruoli strategici nella governance dei Gal. Siamo alla fase della buona pace sociale. Dopo circa un anno, magicamente, Coldiretti accusa i Gal di essere soggetti che sperperano e che utilizzano ben il 20% della loro dotazione finanziaria per le spese di gestione, dimenticando, fra l’altro, che si tratta di livelli percentuali stabiliti da regolamenti comunitari. Si passa da percorsi inequivocabilmente condivisi, alla ricerca del colpevole e dell’appestato: questa volta sono i Gal. L’importante che la colpa sia degli altri e non si parli di Responsabilità Collettiva. Arriviamo alle misure di investimento e si parte con la 4.1.A. per le aziende agricole.
Ogni commento è superfluo sulle “imposizioni” della commissione europea che privilegiano, nei criteri di selezione, le aziende di piccole dimensioni a danno delle medio-grandi che fanno mercato e creano occupazione: va bene tutto nell’ottica della condivisione. Parte il bando a Luglio 2016 e, piccola nota, la Regione ci mette un anno per elaborare il software informatico denominato Eip. Arrivano 3.200 domande con una richiesta di aiuto superiore a 600 milioni di euro a fronte di una disponibilità di 120 milioni di euro. Iniziano le polemiche sui punteggi e soprattutto sulle performance economiche derivate dalle elaborazioni degli Eip che in alcuni casi appaiono non in linea con i principi di ordinarietà. Sarà anche vero che la Regione non ha individuato dei parametri negli Eip, ma è altrettanto vero che questo non avrebbe dovuto legittimare nessuno ad inserire dei dati non ordinari. Guerre intestine e ricorsi al Tar. Ma in tutto questo non è evidente che vi è stato il concorso di tutti? Non è evidente che, anche in questo caso, si tratta di Responsabilità Collettiva? Proseguiamo con il bando della misura 6.4. e questa volta, memori dei risultati della 4.1.A., ci si sente in dovere di “sparare” dei dati sugli EIP, ancora meno ordinari di quanto già fatto. Siamo al bando della misura 6.1. per i giovani agricoltori. E’ opportuno ricordare a chi legge che la misura 6.1. per i giovani agricoltori attiva il così detto “pacchetto giovani” che comprende la misura 4.1.B. per gli investimenti dei giovani, la misura 6.4. per la diversificazione dei giovani e la misura 3.1. per le certificazioni di qualità per i giovani. La Regione decide di mettere a bando 60 milioni di euro sulla misura 6.1. che, a seguito delle circa 1.000 domande finanziabili, si trascinano circa 180 milioni di euro per la sola misura 4.1.B. (investimenti dei giovani): esattamente il 150% della dotazione del bando della misura 4.1.A per le aziende agricole non giovani. Siamo di fronte a una misu Se si considera che le aziende dei giovani rappresentano il 7% della PLV agricola italiana, dare il 150% delle risorse per investimenti ai giovani rispetto alle aziende senior è una stortura senza precedenti. Forse gli incentivi previsti per i giovani sono eccessivamente generosi ?? vogliamo esaminare anche questo aspetto ?? Tanto per dovere di chiarezza ai giovani con questi livelli di aiuti andrebbero il 13% delle risorse di tutto il PSR ed il 47% di tutta la misura 4 (che diventerebbe il 56% con la dotazione della 6.1.). Ha contezza di questo dato Coldiretti quando dice che il PSR Puglia non premia i giovani ?? La Coldiretti si rende conto di condannare,le aziende agricole non giovani ignorando che rappresentano il 93% della PLV agricola italiana, che creano ricchezza e che creano occupazione, anteponendo alle stesse gli investimenti dei giovani. Ricorda male in modo pretestuoso, Coldiretti, quando dimentica di essere stato uno degli attori principali del dibattito del PSR fin dalle sue prime fasi di stesura. Degenera il dibattito sul PSR, Coldiretti, quando non affronta tutte le misure nella loro interezza e nella loro reale efficacia, con una demagogia anche abbastanza spicciola attraverso una propaganda esclusivamente lusingatrice delle aspirazioni economiche e sociali delle masse dei giovani, allo scopo di mantenere un potere che nessuna organizzazione agricola può ancora pretendere di avere. Siamo anche in attesa di un quadro definitivo sulle domande pervenute e le risorse richieste sulla misura 4.2 (trasformazione dei prodotti agricoli) altro settore portante dell’economia agricola pugliese senza il quale sarebbe difficile valorizzare e commercializzare (esportare!) le nostre “grandi” produzioni agricole. Allora come non essere preoccupati sulla risposta da dare a una richiesta di risorse pubbliche che si sta delineando dieci volte superiore alle disponibilità previste dal PSR.

E’ una situazione sicuramente non semplice, che si è complicata anche per l’enorme entità delle richieste arrivate. Siamo tutti concordi nel dire che le priorità sono le aziende e cooperative agricole e che bisognerebbe “ridurre” al massimo quei rivoli e quelle misure del PSR che non hanno un reale, tangibile e trasparente impatto sul quotidiano delle aziende agricole e sulla loro sostenibilità futura. Ma anche diciamo con chiarezza che da questa situazione si esce con un lavoro intenso e concreto della giunta Regionale di individuare risorse aggiuntive prendendo atto del valore strategico per l’economia pugliese del comparto agroalimentare Abbandoniamo le politiche inutili ed antistoriche dei più forti e dei primi della classe, con umiltà, con la forza dell’ammissione delle responsabilità collettive, sediamoci tutti insieme per tentare di risolvere le problematiche. Abbiamo fatto alcune proposte ufficiali ed altre ne faremo, nel rispetto, però, dei principi di condivisione che costituiscono il nostro modus operandi giornaliero.

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